Diversi noti supermercati del Regno Unito ma anche della Germania venderebbero concentrato di pomodoro “italiano” contenente pomodori provenienti dalla regione cinese dello Xinjiang. Prodotti come “Italian Tomato Purée” di Tesco e “Essential Tomato Purée” di Waitrose sono risultati contenere pomodori di origine cinese, nonostante fossero etichettati come italiani. Un’inchiesta della BBC ha rilevato che 17 prodotti, prevalentemente di marche britanniche e tedesche, conterrebbero pomodori provenienti dallo Xinjiang, sollevando preoccupazioni sull’accuratezza dell’etichettatura e sulla trasparenza della catena di approvvigionamento.
La Cina produce un terzo dei pomodori del mondo e in particolare, lo Xinjiang ha il clima perfetto per questa coltivazione. Ma la regione è stata oggetto di diffuse indagini per violazioni dei diritti umani, riguardanti gli uiguri e altre minoranze musulmane che sarebbero costretti a lavorare in condizioni disumane. Secondo le Nazioni Unite oltre un milione di musulmani detenuti nei campi sono obbligati a lavori forzati. Le organizzazioni per i diritti umani sostengono che si stiano verificando crimini contro l’umanità, compreso il genocidio, mentre un rapporto delle Nazioni Unite del 2022 ha descritto le accuse di lavoro forzato e tortura nei centri di detenzione della regione.
La Cina nega le accuse di maltrattamento degli uiguri e di altre minoranze musulmane, argomentando che i campi sono centri di formazione professionale destinati a combattere l’estremismo.
L’analisi dei dati di spedizione effettuata dalla BBC rivela che i pomodori dello Xinjiang raggiungono l’Europa attraverso un percorso che passa per il Kazakistan, l’Azerbaigian e la Georgia, prima di essere spediti in Italia.
La BBC punta il dito in particolare contro Antonio Petti, azienda italiana di produzione di pomodoro, che sarebbe tra i principali importatori di concentrato di pomodoro dallo Xinjiang, con oltre 36 milioni di chilogrammi tra il 2020 e il 2023. Il gruppo Petti produce a nome proprio ma fornisce anche prodotti a supermercati in tutta Europa che li rivendono con il loro brand.
L’inchiesta dell’emittente britannica ha comparato 64 diverse marche di concentrato vendute in UK, in Germania e negli Stati Uniti, mettendole a confronto in laboratorio con campioni dalla Cina e dall’Italia; fra le 64 c’erano marche di aziende italiane e di supermercati, e molte erano prodotte dalla Patti. Le analisi sono state effettuate dalla Source Certain, azienda basata in Australia.
I risultati di laboratorio indicano che la maggioranza delle marche testate – e tutte quelle vendute in Usa, come anche marche italiane note quali Mutti e Napolina – contengono pomodoro italiano; così anche quelle targate Sainsbury’s e Marks & Spencer. 17 di queste marche però sembravano contenere pomodoro cinese e 10 di queste sono prodotte dalla Petti.
Un reporter della BBC si è presentato alla Petti come un uomo d’affari che voleva un ordine di concentrato. Invitato a un tour di una fabbrica in Toscana, ha registrato Pasquale Petti, direttore generale di Italian Food, parte del gruppo Petti, e gli ha chiesto se usassero pomodoro cinese. “Sì” ha risposto Petti, “in Europa nessuno vuole i pomodori cinesi ma se per voi è OK, troveremo un modo di abbassare i costi di produzione anche usando pomodori cinesi”.
Interpellato dalla BBC, Pasquale Petti ha dichiarato che non importa più dalla ditta Guannong dello Xinjiang dopo che la compagnia è stata sottoposta a sanzioni dagli Stati Uniti nel 2020 per l’uso di lavoro forzato, e che sta rafforzando il monitoraggio dei fornitori. Tuttavia una ditta che la Patti usa ancora, Bazhou Red Fruit, secondo la BBC avrebbe un numero di telefono in comune con la Guannong.
In seguito alla pubblicazione dei risultati, nel Regno Unito i supermercati Tesco e Rewe hanno sospeso le forniture, mentre Waitrose e Morrisons negano di utilizzare pomodori cinesi. Lidl ha ammesso di essersi rifornita per breve tempo di pomodori cinesi in Germania a causa di carenze di approvvigionamento.