Ancor prima di entrare ufficialmente in carica, Donald Trump sta già ignorando alcune leggi e norme etiche. Come rivelato dal New York Times, infatti, il tycoon starebbe accettando donazioni segrete per finanziare la propria transizione, senza firmare il Presidential Transitions Act, un requisito che pone restrizioni sull’ammontare dei fondi raccolti in cambio di oltre 7 milioni di dollari di fondi federali per il “trasferimento ordinato” dei poteri.
Poiché Trump non ha firmato l’accordo, non è tenuto a lavorare entro i limiti della raccolta fondi o a rivelare quali gruppi di interesse stiano finanziando il suo passaggio alla Casa Bianca. La legge pone anche un limite massimo all’importo che i donatori possono versare, ovvero 5.000 dollari.
La decisione di Trump di non firmare il Presidential Transitions Act, inoltre, apre le porte a possibili donatori provenienti da nazioni straniere, tenendo nascoste le loro identità o i loro potenziali conflitti di interesse.
“Non è chiaro quanto ognuno stia donando, chi lo stia facendo e cosa stia ricevendo in cambio delle sue donazioni”, ha dichiarato al Times Heath Brown, professore di politica pubblica al John Jay College of Criminal Justice, “la stragrande maggioranza degli americani concorda sul fatto di voler sapere chi sta effettuando i pagamenti”.

Tuttavia, Brian Highes, portavoce del tycoon, ha affermato che il presidente eletto firmerà l’accordo in questione, spiegando: “Gli avvocati della transizione Trump-Vance continuano a confrontarsi in modo costruttivo con gli avvocati dell’amministrazione Biden-Harris in merito a tutti gli accordi previsti dal Presidential Transition Act”.
Al contempo, Karine Jean-Pierre, portavoce della Casa Bianca, ha dichiarato: “Al momento, il team Trump-Vance non ha ancora stipulato alcun genere di accordo. I nostri rappresentanti continuano a rimanere in contatto”. Naturalmente, il fatto che il tycoon continui a prendere tempo, non è passato inosservato.
“Non firmando i documenti richiesti, Trump rimane svincolato dai limiti dei contributi dei donatori e dai requisiti di divulgazione, e si affida a donatori privati piuttosto che a fondi federali”, ha dichiarato la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren, “ciò apre il suo team alla corruzione finanziaria, ancor prima di entrare in carica”.
La Warren ha anche osservato che, così facendo, l’FBI non potrà iniziare i controlli sui precedenti dei candidati del tycoon, fino alla firma dell’accordo. “Questa è una situazione senza precedenti”, ha concluso la senatrice, “minaccia l’opinione pubblica americana, ostacolando al contempo la capacità dei funzionari entranti di governare in modo responsabile”.