In una giornata di novembre insolitamente calda, John John Brown, anziano della tribù Muscogee, dedica il suo tempo a piantare giovani alberi di pesco. Osserva i piccoli arbusti e commenta che far crescere le pesche dai semi non è semplice, soprattutto perché necessitano di temperature più fredde. Attorno a lui, gli alberelli spuntano dall’erba vicino al grande albero da cui provengono e testimoniano un ciclo di vita che si ripete da generazioni.
Brown ha raccolto circa 200 frutti quest’anno, sufficienti per sé e per i vicini, nonostante la “concorrenza” degli animali selvatici. Racconta, con un sorriso, di una volpe particolarmente ghiotta che lo precede quando diventano maturi. Ma queste non sono pesche qualsiasi: sono le “pesche Trail of Tears”, discendenti dirette dei semi portati dai Muscogee durante la drammatica marcia forzata dei nativi americani dalle loro terre d’origine, che costrinse circa 60.000 indiani ad abbandonare le loro terre ancestrali per spostarsi in Oklahoma.
Questa varietà, piccola e resistente, ha un sapore dolce e una consistenza diversa dalle specie commerciali. Più simili a limoni nella dimensione, raccontano una storia di migrazione e resistenza.
Come sottolinea Vernon Courtwright, un altro anziano della tribù, al periodico statunitense Mother Jones, questi frutti rappresentano un legame indissolubile con il passato. Sua nonna, Emma Bruner, gli insegnò a coltivarli, trasmettendogli un sapere che rappresenta parte dell’eredità familiare.
Negli anni ’70, però gli alberi iniziavano a scomparire dal paesaggio e l’uomo iniziò a prendersene cura. Le pesche, che un tempo attraversarono continenti e culture, sono ora messe alla prova da un nemico insidioso: il cambiamento climatico. L’aumento delle temperature e la variabilità delle condizioni meteorologiche minacciano le coltivazioni in tutto il mondo.
Il problema principale per questa pianta è il cosiddetto “freddo della pesca”, ovvero il periodo di basse temperature necessario per favorire una fioritura adeguata. Negli ultimi anni, la carenza di questa condizione ha causato perdite significative nella produzione, con il 70% del raccolto che è andato distrutto.
Anche in Oklahoma, dove il problema risulta inferiore rispetto al Sud degli Stati Uniti, si prevede nei prossimi vent’anni, un aumento delle temperature di circa 2,5 gradi, una sfida che potrebbe danneggiare seriamente il prodotto. Inoltre, fenomeni climatici estremi come uragani e inondazioni rappresentano un pericolo crescente per gli alberi che vengono sradicati.
Nonostante le difficoltà, persone come Brown continuano a lottare per preservare questo simbolo di storia e cultura. Distribuiscono alberelli e sensibilizzano la comunità, per mantenere vivo il legame con il passato.
L’anziano ricorda come i Muscogee siano sopravvissuti nonostante le violenze subite. Le pesche che i suoi antenati portarono nel loro esilio rappresentano la loro capacità di guardare al futuro nonostante tutto.