Cheryl Mehrkar una donna di 57 anni originaria della contea di Dutchess a sud-est di New York che ama dedicarsi alle immersioni subacquee, guidare la sua Harley-Davidson Sportster del 2003, le arti marziali a tal punto da essere cintura nera di karate di quarto grado, dilettandosi anche di paracadutismo e bungee jumping è la prima al mondo ad avere subito con successo il primo trapianto di polmoni con un intervento completamente robotico, durato circa sette ore. La procedura, avvenuta lo scorso 22 ottobre è stata guidata dalla Dott. Stephanie H. Chang, professore associato presso il Dipartimento di Chirurgia Cardiotoracica della NYU Grossman School of Medicine e direttore del programma di trapianto polmonare per il NYU Langone Transplant Institute.
“Ero abbastanza preoccupata – è una cosa incredibile”, ha detto Mehrkar entusiasta al Post mercoledì, poco dopo essere stata dimessa dalla NYU Langone Health. Alla donna era stata diagnosticata nel 2010 una malattia polmonare ostruttiva cronica che comportava l’enfisema e la bronchite cronica, che danneggiano i polmoni e limitano la respirazione.
Nello specifico, questa procedura è molto meno invasiva rispetto a un classico intervento di trapianto polmonare. La dottoressa Chang ha infatti praticato alcune piccole incisioni tra le costole della cinquantasettenne. Successivamente, mediante i bracci dell’innovativo sistema robotico da Vinci Xi, Chang ha rimosso entrambi i polmoni malati e, dopo ulteriori procedure mediche, ha eseguito sempre mediante i bracci robotici, l’impianto dei polmoni provenienti da un donatore.

“I benefici di questo strumento riguardano sicuramente le incisioni significativamente più piccole, quindi una migliore guarigione per il paziente e meno dolore post-operatorio”, ha detto Chang. Il chirurgo aggiunge a proposito dello strumento robotico: ”è una pietra miliare per noi medici, ma il trapianto di doppio polmone è diverso rispetto a quello di un solo organo. Dovevamo migliorare la tecnica rendendola abbastanza breve e abbastanza efficiente per essere in grado di eseguire l’impianto di due polmoni abbastanza velocemente senza recare alcun danno ai nuovi organi”.
“È stata un’esperienza positiva e salutare” ha raccontato la paziente entusiasmata, confidando che adesso ha intenzione di scrivere una lettera alla famiglia dell’uomo che le ha donato i suoi polmoni.