Riuscirà Donald Trump a far confermare come ministro della Giustizia l’ex deputato della Florida Matt Gaetz – forse la più controversa delle sue scelte finora? Gaetz è già sotto inchiesta dei suoi colleghi deputati per presunti rapporti a pagamento con ragazze minorenni. Secondo il New York Times, che cita fonti anonime e bene informate, il presidente eletto avrebbe esposto – in conversazioni private – qualche dubbio sulle possibilità che Gaetz ce la faccia. Ufficialmente però non ha mostrato alcun segno di ritirare la nomina.
Intanto la Commissione etica della Camera si riunirà mercoledì per discutere se rendere pubblico il suo rapporto su Gaetz, che secondo indiscrezioni contiene testimonianze sui rapporti del futuro possibile Attorney General con ragazze minorenni. L’inchiesta su di lui coinvolge droghe, mazzette e sesso; almeno una testimone ha parlato di una festa del 2017 in cui lo ha visto avere rapporti con una diciassettenne. Secondo il Washington Post, il rapporto della Commissione contiene anche la testimonianza di due donne che hanno affermato di essere state pagate da Matt Gaetz e dai suoi amici per fare sesso con loro in occasione di festini sessuali di gruppo, e che hanno detto che Gaetz era sotto l’effetto di droghe.
Gaetz parla di calunnie. Tutto il problema è capire se il rapporto della Commissione sarà pubblicato in modo che i senatori – a cui compete la conferma dei ministri – possano averne visione. La riunione della Commissione etica era già programmata per venerdì scorso ma è stata rimandata perché Gaetz, dopo l’annuncio che Trump lo vuole alla Giustizia, si è dimesso da deputato. Mossa astuta per sottrarsi alla giurisdizione dei colleghi.
Infatti i deputati si spaccano. Il rapporto “dovrebbe assolutamente essere reso pubblico”, secondo la democratica della Pennsylvania Susan Wild, D-Pa. ”Come abbiamo fatto con molti altri rapporti investigativi in passato. C’è un precedente per la divulgazione anche dopo le dimissioni di un membro”. Il senatore repubblicano Markwayne Mullin dell’Oklahoma è d’accordo: “Credo che il Senato debba avere accesso a questo documento… Dovrebbe essere parte integrante del nostro processo decisionale”, ha dichiarato a ‘Meet the Press’ della NBC.
Invece il presidente della Camera Mike Johnson si è opposto: “Le regole della Camera hanno sempre stabilito che un ex membro è al di fuori della giurisdizione del Comitato etico. Penso che sarebbe una terribile violazione del protocollo e della tradizione”.
Gaetz è forse la più estrema delle nomine di Trump ma non l’unica controversa: Robert Kennedy l’antivax alla Sanità, Tulsi Gabbard amata dai media russi all’intelligence, la celebrità tv di Fox Pete Hegseth, anche lui accusato di molestie, alla Difesa… Forte della vittoria e dell’apparente sottomissione del Partito Repubblicano, il presidente eletto procede come un ariete usando un metodo già consolidato per le nomine giudiziarie: proporre molti nomi controversi significa che non saranno tutti bocciati.
È possibile che un numero sufficiente di senatori repubblicani sia disposto a rischiare la carriera per opporsi a Gaetz (un’alternativa sarebbe l’avvocato personale di Trump Todd Blanche, già scelto come vice ministro della Giustizia). Ma è possibile anche che le nomine controverse siano tutte approvate dal Senato repubblicano, sottoposto a pesanti pressioni dal presidente eletto.