Un ex funzionario del Pentagono che ha recentemente testimoniato davanti al Congresso degli Stati Uniti, sostiene che il governo sarebbe in possesso di prove sulla possibile esistenza di vita extraterrestre e che un gruppo ristretto di membri nasconderebbe queste informazioni.
Luiz Elizondo, che era responsabile del programma di identificazione delle minacce aerospaziali avanzate (AATIP) del Dipartimento della Difesa, ha dichiarato che una “cabala” governativa vuol mantenere segrete le scoperte sugli UAP (Fenomeni Anomali Non Identificati), anche a costo di intimorire chiunque voglia rivelarle.
L’uomo ha raccontato al Comitato di Supervisione della Camera che questa segretezza avrebbe creato gravi conseguenze ai funzionari pubblici, al personale militare e ai cittadini americani: “L’eccessiva omertà”, ha affermato,” ha portato a gravi misfatti e tutto per nascondere il fatto che non siamo soli nell’universo”.
Elizondo che ha sostenuto di essere stato lui stesso, assieme a altri colleghi, vittima di intimidazioni, ha invitato il Congresso a promulgare una legislazione che tuteli gli informatori, molti avrebbero infatti paura di parlare a causa delle ritorsioni.
L’udienza si inserisce in un’iniziativa più ampia che cerca di fare chiarezza sugli UAP e accertare se alcuni elementi interni al governo stiano illegalmente occultando prove. Tra i programmi chiave che potrebbero avere un ruolo in questa controversia figura l’All-domain Anomaly Resolution Office (AARO) del Pentagono.
La missione dell’AARO consiste nel sincronizzare gli sforzi del Dipartimento della Difesa e di altre agenzie federali per rilevare, identificare e attribuire oggetti di interesse nello spazio aereo e in altri ambienti sensibili, in modo da prevenire possibili minacce alla sicurezza nazionale.
Fra i testimoni sentiti anche il dottor Tim Gallaudet, contrammiraglio della Marina in pensione, che ha ricordato un episodio inquietante. Durante un’esercitazione militare, il personale della portaerei USS Theodore Roosevelt ebbe uno scontro con UAP. “Durante l’operazione, mi arrivò un’e-mail urgente, dal comando delle Forze della Flotta” ha evidenziato il militare, “in cui venivano chieste spiegazioni su alcuni oggetti non identificati che stavano provocando collisioni. Se la situazione non si fosse risolta, avremmo dovuto interrompere ogni attività.”
Gallaudet ha spiegato che la missiva includeva un video, ora noto come “Go Fast,” catturato da un sensore a infrarossi di un F/A-18 della Marina, poi scomparso misteriosamente dalla rete, così come dagli account dei destinatari, dopo l’informativa.
Un ulteriore tassello di questa trama complessa è emerso dalla testimonianza del giornalista Michael Shellenberger. Da quanto riferito, fonti interne al Pentagono avrebbero confermato l’esistenza di un Programma di Accesso Speciale Non Riconosciuto (USAP) denominato “Costellazione Immacolata”. Il piano, avrebbe il compito di centralizzare tutte le informazioni sugli UAP raccolte dalle forze armate.
Shellenberger ha altresì dichiarato che, solo “parlarne potrebbe mettere in pericolo, perché la segretezza è imposta con rigore”, come comportare sorveglianza governativa ai sensi della legge Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA).
In attesa di sviluppi e di eventuali misure legislative, l’opinione pubblica rimane quindi in attesa del percorso del Congresso verso la rivelazione o la smentita di una verità che, secondo i testimoni, potrebbe cambiare la visione del cosmo.