Chi pensava tra i democratici che sarebbero stati i Maga a fare la guerra civile se Trump non avesse vinto le elezioni ha sbagliato ancora una volta. Se vogliono sopravvivere i Dem saranno costretti a farla loro.
Trump continua a sorprendere e preoccupare anche dopo la vittoria straordinaria che gli ha dato non solo il voto elettorale ma anche quello popolare e lo considera un “mandato assoluto”. La maggioranza del Paese ha votato per lui. Donald ha carta bianca e sta presentando una lista di ministri che sta sconcertando anche gli stessi senatori e deputati repubblicani. Al Pentagono ha messo un ex marine e giornalista di Fox News, Pete Hegseth, che vuole cacciare i generali non allineati attraverso uno speciale “board punitivo” e lo farà dal primo giorno che entrerà al lavoro, se confermato dal Congresso. Ma è stata la scelta del deputato della Florida Matt Gaetz, con un’inchiesta per abusi sessuali pendente sulle spalle, alla guida del Ministero della Giustizia la più eclatante. Mentre la governatrice Kristi Noem sarà responsabile dell’Homeland security affiancata da un “border zar” come Tom Homan, che già pensa alla realizzazione di un piano di espulsione di milioni di clandestini rinchiudendoli nel frattempo in recinti e prigioni da costruire vicino alle grandi città Usa. Se si aggiunge che come direttore della National Intelligence è stata indicata l’ex parlamentare Tulsi Gabbard, il quadro, allarmante per qualcuno, potrebbe diventare anche molto inquietante completato dalla nomina di Robetrt Kennedy jr alla sanita. Non tanto per la specifica competenza o incompetenza dei selezionati basata esclusivamente sulla lealtà e obbedienza cieca nei confronti di Trump, ma perché all’interno dei 53 senatori repubblicani che da gennaio guideranno le nomine cominciano già a crearsi le prime crepe soprattutto sul ruolo di Elon Musk, che pensa di tagliare decine di migliaia di funzionari federali di carriera per sostituirli solo con fedelissimi di Trump.

Una prima sorpresa nelle sorprese si è avuta con la nomina del leader della maggioranza al senato. Nonostante Trump volesse il senatore della Florida Rick Scott è stato eletto invece John Thune del South Dakota che sostituirà Mitch McConnell. È un primo sgarbo al tycoon? Se l’importante nomina di Marco Rubio a segretario di Stato viene considerata sostenibile, quella di Tulsi Gubbard alla direzione della National Intelligence dopo la non nascosta simpatia per Putin viene ritenuta un cavallo di Troia da evitare.
Ma alla fine sarà sulla conferma di Matt Gaetz alla Giustizia dove si misurerà la lealtà del Senato a Trump.
Gli analisti più cinici sono convinti che diabolicamente Trump potrebbe averlo usato anche come un piccolo ordigno nucleare per trasformare il Ministero, che sta indagando anche su di lui, rendendolo uno strumento punitivo verso tutti i nemici politici.
Una cosa però tutti questi personaggi controversi hanno in comune con Trump: sono televisivi. Sanno comunicare. Anche le follie.
Soffermandosi solo sugli ultimi tre scelti, la loro nomina ha fatto alzare parecchie sopracciglia fra i membri dello stesso partito Repubblicano perché sono figure controverse che ricoprono le cariche più importanti del Gabinetto.

Nel 2016, Rubio si era candidato alla presidenza perdendo contro Trump. Di recente, era fra i favoriti per accompagnarlo come vicepresidente prima che venisse scelto JD Vance. Se prima lo sbeffeggiava con il nomignolo “Little Rubio”, questa volta il tycoon ne ha parlato come un “forte sostenitore della nostra nazione, un vero amico dei nostri alleati e un guerriero senza paura che non si tirerà mai indietro di fronte ai nostri avversari”. Il senatore della Florida ha accettato l’incarico con un post su X/Twitter: “Lavorerò ogni giorno per portare a termine la sua agenda di politica estera. Sotto l’amministrazione del presidente Trump, porteremo pace attraverso la forza e metteremo gli interessi degli americani e dell’America al primo posto”. È il primo segretario di Stato di origine sudamericana.

Da quando è stato eletto in Senato, nel 2010, Rubio ha mantenuto posizioni molto aggressive nei confronti di Cina, Iran e Venezuela, come Trump. Tuttavia, il senatore della Florida ha promosso una legge che vieta agli Stati Uniti di uscire dalla Nato senza previa approvazione del Congresso – proprio per evitare una situazione simile a quella del 2018.
Gabbard è tenente colonnello della riserva dell’esercito, ha prestato servizio in Iraq e ha cambiato indirizzo politico perché molto critica delle politiche estere delle amministrazioni Obama e Biden. Spesso è stata altrettanto dura anche con la posizione repubblicana di credere che la potenza militare degli Stati Uniti potesse risolvere i conflitti internazionali. Nel 2017 ha incontrato in segreto il dittatore siriano Bashar al-Assad e nel 2022 ha incolpato gli Usa e la Nato dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Trump ha elogiato la nuova capa dell’intelligence Usa definendola “uno spirito impavido”. Insieme a John Ratcliffe, nominato direttore della Cia, supervisionerà 18 agenzie di spionaggio e si occuperà del President’s Daily Brief, un documento sullo stato dell’intelligence che viene sottoposto al presidente ogni giorno.
Gaetz è il nuovo Attorney General. È da sempre uno dei MAGA più fedeli ed è anche uno dei più divisivi fra i membri del suo stesso partito. È stato indagato per accuse di traffico sessuale dalla Commissione etica della Camera. Lo scorso anno il Dipartimento di Giustizia, guidato da Biden, ha deciso di non depositare le accuse. Si è già ritirato dal suo seggio alla Camera.
