L’Italia è un Paese democratico e come tale, nella sua autonomia, sa difendere i principi sanciti dalla sua Costituzione. Questo il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo le dichiarazioni di Elon Musk, imprenditore e proprietario di X (ex Twitter), che ha preso posizione contro la decisione della magistratura italiana sui rimpatri dei migranti provenienti dall’Albania.
Mattarella ha affermato che chiunque, in particolare se destinato a ricoprire un’importante carica governativa in un Paese alleato, non deve dimenticare di rispettare la sovranità dell’Italia. “Non può attribuirsi il compito di impartire prescrizioni”, ha aggiunto il capo dello Stato, ribadendo l’indipendenza dell’ordinamento giuridico nazionale.
Il riferimento diretto di Mattarella è alla presa di posizione di Musk, che sui social aveva sollevato dubbi sulla democrazia italiana. Il miliardario, rispondendo a un tweet critico nei confronti dei giudici italiani, aveva infatti scritto: “Il popolo italiano vive in una democrazia o è un’autocrazia non eletta a prendere le decisioni?”. Musk, aveva inoltre dichiarato che la situazione attuale consentirebbe ai “nuovi europei” di “invadere” l’Italia e l’Europa, un’affermazione che, secondo lui, è “inaccettabile”.
Nel caso specifico, come avevamo spiegato in questo articolo, il tribunale per l’immigrazione di Roma ha deciso – seconda volta in un mese – di sospendere la convalida dei trattenimenti a Gjader in Albania di 7 migranti provenienti dall’Egitto e dal Bangladesh, subito mandati in Italia (un ottavo era già stato trasferito per questioni di salute). Motivo: l’Albania non è un “Paese sicuro” come non lo sono per loro i paesi d’origine.
Il provvedimento era stato emesso dalla questura di Roma. Il tribunale, come già a metà ottobre quando aveva rimandato in Italia i primi 12 migranti inviati a Gjader, ha di nuovo detto stop, rinviando la decisione alla Corte di giustizia europea, a cui spetta secondo i giudici pronunciarsi sull’elenco dei “paesi sicuri” redatto per decreto dal governo italiano dopo il primo stop. Ma un altro tribunale, di Catania, nel frattempo ha già dichiarato non valido il decreto del governo sui “paesi sicuri” perché incompatibile con il diritto europeo.