Ritirarsi dall’Accordo di Parigi sul clima significherebbe lasciare campo libero ad altre potenze e abbandonare il dialogo globale sul clima. Questo il messaggio di Darren Woods, amministratore delegato del colosso energetico ExxonMobil, al neo-presidente Donald Trump dal palco della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29) a Baku, in Azerbaigian.
“Serve un sistema globale per gestire le emissioni globali,” ha dichiarato Woods, rispondendo a una domanda del New York Times. “Trump e la sua amministrazione vogliono riportare il buon senso nel governo. Penso che questo approccio possa essere esteso anche alla lotta al cambiamento climatico.”
Woods ha colto l’occasione per sottolineare il ruolo cruciale dei governi nel creare incentivi per l’industria energetica, spingendo verso una transizione che sia non solo sostenibile ma anche economicamente vantaggiosa. “Il ruolo del governo è decisivo,” ha precisato Woods, aggiungendo che “un singolo governo non può cambiare il ritmo della transizione in modo significativo, in un senso o nell’altro.”
Il CEO ha poi sostenuto la necessità di standard internazionali per monitorare le emissioni di CO2, un sistema che darebbe una base uniforme per le regolamentazioni dei vari Paesi. Ha elogiato, inoltre, l’Inflation Reduction Act (IRA) di Biden per il suo sostegno agli investimenti in energie pulite, senza imporre una specifica tecnologia alle aziende. Per Exxon, ciò significa libertà di esplorare tecnologie alternative, come l’estrazione di litio o la produzione di idrogeno, sempre con un occhio ai profitti e agli azionisti.
Exxon, una delle più influenti compagnie petrolifere al mondo, non è nuova a posizioni in favore dell’accordo climatico. Già nel 2017 aveva chiesto a Trump di rimanere fedele agli impegni di Parigi. Ma la risposta da parte della campagna di Trump non si è fatta attendere: “Il Presidente Trump è stato rieletto con un mandato chiaro,” ha dichiarato la portavoce Karoline Leavitt, “e manterrà le promesse fatte in campagna elettorale” – ossia uscire dall’accordo tout court.
Secondo le stime della banca UBS, Exxon destinerà circa 3 miliardi di dollari quest’anno a progetti alternativi ai combustibili fossili o mirati alla riduzione delle emissioni. L’investimento, pari all’11% delle spese previste, è destinato a crescere fino a superare i 20 miliardi di dollari entro il 2027.
Dallo stesso palco è intervenuta mercoledì anche la premier Giorgia Meloni, che ha caldeggiato l’uso dell’energia nucleare come alternativa ai combustibili fossili. “Attualmente non esiste un’unica alternativa all’approvvigionamento di combustibili fossili. Dobbiamo avere una visione globale realistica”, ha detto il capo del Governo.
“Abbiamo bisogno di un mix energetico equilibrato per migliorare il processo di transizione. Dobbiamo utilizzare tutte le tecnologie disponibili. Non solo le rinnovabili, ma anche il gas, i biocarburanti, l’idrogeno, la cattura della CO2 e, in futuro, la fusione nucleare che potrebbe produrre energia pulita, sicura e illimitata”, ha aggiunto.
“È altrettanto prioritario che la decarbonizzazione tenga conto della sostenibilità dei nostri sistemi produttivi e sociali”, ha detto. “Sono una madre, e come madre nulla mi dà più soddisfazione di quando lavoro per politiche che permetteranno a mia figlia e alla sua generazione di vivere in un posto migliore”, ha concluso. EFE