La prima telefonata fra Giorgia Meloni e Donald Trump è stata annunciata dalla Presidenza del Consiglio di Roma come “l’occasione per confermare la solida alleanza, il partenariato strategico e la profonda e storica amicizia che da sempre legano Roma e Washington”, oltre che per congratularsi con il presidente neoeletto.
“Nel corso della telefonata – spiega il comunicato di Palazzo Chigi – [i due] hanno espresso la volontà di lavorare in stretto coordinamento su tutti i principali dossier internazionali, a partire dalla guerra in Ucraina e dalla crisi in Medio Oriente, con l’obiettivo comune di promuovere stabilità e sicurezza, anche nel quadro dei rapporti con l’Unione europea. In conclusione, hanno affermato l’intenzione di proseguire il percorso di rafforzamento delle già eccellenti relazioni bilaterali, fondate su valori e principi condivisi, concordando sull’opportunità di mantenersi in stretto contatto”.
E su X/Twitter, la presidente del Consiglio ha ripreso: “Italia e Stati Uniti sono nazioni sorelle, legate da un’alleanza incrollabile, valori comuni e storica amicizia”.
Meloni si è congratulata anche con Elon Musk che, soprattutto in questi ultimi due mesi di corsa alle presidenziali, ha partecipato attivamente alla campagna elettorale elargendo grandi donazioni e organizzando una lotteria (dimostratasi poi falsa) per stimolare gli elettori degli Stati chiave ad andare a votare. “Nelle scorse ore ho sentito l’amico Elon Musk – scrive nel post la presidente del Consiglio. – Sono convinta che il suo impegno e la sua visione potranno rappresentare un’importante risorsa per gli Stati Uniti e per l’Italia, in uno spirito di collaborazione volto ad affrontare le sfide future”.
Nelle scorse ore ho sentito l’amico @elonmusk. Sono convinta che il suo impegno e la sua visione potranno rappresentare un’importante risorsa per gli Stati Uniti e per l’Italia, in uno spirito di collaborazione volto ad affrontare le sfide future. pic.twitter.com/sAqHNG1kaG
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) November 7, 2024
Il leader della Lega e ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha espresso la sua delizia in termini molto più schietti di Meloni, più volte dalla serata elettorale in poi. All’indomani, come un fiume in piena ha rilasciato una intervista all’emittente radiofonica italiana RTL 102.5 in cui ha dettagliato la convergenza ideale con Trump: “La realtà sconfigge la fantasia di qualcuno. Dopo settimane e settimane di trasmissioni, adesso avremo dotte analisi e articoli sul fatto che in realtà avrebbe vinto Harris perché Trump è un pericolo fascista, razzista, machista, egoista, ecc, ecc, ecc, con tutti gli ‘ista’ del mondo. Se avessero dovuto votare i giornalisti, i commentatori e i politologi italiani, avrebbe vinto Harris con il 95% dei voti, perché Trump c’ha il ciuffo storto, è omofobo, è un delinquente, è un fascista. Stanotte su Rai 3 parlavano di machismo, su La7 sembrava che si stesse celebrando la disfatta della democrazia”.
E ancora: “Trump è stato votato dalla gente: bianchi, neri, latini, giovani, anziani. Leggevo che sono elezioni influenzate dagli hacker russi. Ragazzi, adesso siamo su Scherzi a parte. Han votato alcune decine di milioni di donne e uomini liberi. Io sono strafelice, anche perché una parte della vittoria sicuramente ce l’ha anche Elon Musk. Se non la pensi come il politicamente corretto, spesso orientato a sinistra, sei criticato a prescindere perché esisti, perché respiri, perché pensi. Non si capisce perché chi fa campagna per la sinistra sia una persona straordinaria, dedita all’amore, alla pace, alla fraternità, e chi vota Lega o vota Trump o non vota sinistra sia un mezzo delinquente. Poi, per carità, io mi occupo d’Italia, di ponti, di gallerie, di ferrovie“. E a tutto campo: “Spero maggiormente nel ritorno della pace e sposo tutti i temi di Trump: taglio delle tasse, lotta all’immigrazione clandestina, aumento dei salari, rivendicazione delle radici cristiane. Se rientrasse un nuovo equilibrio mondiale con la chiusura dei conflitti tra Russia e Ucraina e tra Israele e Palestina, sarebbe l’intero mondo a guadagnarci, visto che durante il governo dei democratici questo ordine è saltato per aria”.
L’Ucraina? “Spero che si apra un tavolo di trattativa e poi decideranno ucraini e russi cosa accettare o cosa non accettare. Però penso che la guerra a oltranza possa magari convenire a qualcuno a Bruxelles o a Washington ma non conviene al 99% della popolazione di questa terra, compresi gli ucraini o gli israeliani o i palestinesi che stanno morendo. La mia priorità da genitore, prima ancora che da ministro, da uomo di 51 anni che vorrebbe che i suoi figli crescessero in un mondo più stabile e sereno, è il lavoro di Trump per la pace. Spero che nelle prossime settimane si veda la fine del tunnel, perché sarà un vantaggio per tutti, con tutto l’amore per Zelensky o per chiunque altro”.
🔵 “Quando la realtà sconfigge la fantasia di qualcuno. Taglio delle tasse, lotta all’immigrazione clandestina, una visione del mondo con una priorità: il ritorno alla pace”@matteosalvinimi 🎙️#nonstopnews
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A seguire anche il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani si è congratulato con il neoeletto presidente. “Non vedo problemi per l’elezione di Trump, anche perché lui ha una naturale propensione verso l’Italia, simpatia. Ricordo quando lo incontrai, io ero presidente del Parlamento Europeo, a Bruxelles ci incontrammo, mi sembrava molto orientato a guardare con particolare attenzione all’Italia e questo è un fatto importante”.
Il Governo italiano è già “al laovor per rinforzare i legami solidissimi che abbiamo con gli Stati Uniti, il nostro principale interlocutore in politica estera”, ha concluso Tajani.
In generale, tutta la destra europea ha accolto con profonda soddisfazione la vittoria elettorale del repubblicano, la cui presenza alla Casa Bianca promette il disimpegno dalla guerra in Ucraina (e quindi la possibile normalizzazione dei rapporti con il presidente russo, Vladimir Putin), l’appoggio alle politiche virulente contro i migranti e a molte minori insistenze (se pure ce ne saranno del tutto) sui temi del cambiamento climatico. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha detto che l’elezione di Trump “è salutare perché sveglia l’Europa… Mi auguro che contribuisca a cambiare il percorso del Green Deal europeo”. L’intenzione dell’Europa era bloccare la produzione dei veicoli non elettrici entro il 2035, soluzione invisa al governo italiano e all’industria dell’auto europea.