Tutto dipenderà dalla Pennsylvania. Almeno così affermano gli analisti politici.
I seggi sono aperti, l’America sta votando in una nazione in ansia. Il voto è di massa, con lunghe file. Il New York Times scrive che oltre un terzo di chi ha il diritto di esprimere il proprio voto lo ha già fatto prima di oggi, per corrispondenza o di persona. Sicuramente ci vorranno alcuni giorni per stabilire chi ha vinto questa lunga e tormentata corsa presidenziale.
Donald Trump trascorre la giornata elettorale nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida. Questa mattina con Melania è andato al seggio a West Palm Beach.
“I numeri sono in nostro favore. Stiamo andando bene”, ha detto l’ex presidente rispondendo alle domande dei giornalisti mentre lasciava il seggio. “In Georgia stiamo andando bene, ma anche negli altri Stati. Tra poco potrei pentirmi di questa dichiarazione ma credo che stia andando molto bene per noi”. Trump si è poi lamentato che per conoscere il risultato ci vorranno giorni. In serata, ospiterà una cena con alcuni donatori, prima di trasferirsi per l’“election watch party” al Palm Beach County Convention Center, dove ha stabilito il quartier generale della sua campagna e dove seguirà i risultati elettorali.
“I feel very confident,” said Republican presidential nominee Donald Trump after casting his vote in West Palm Beach. He noted that “Republicans have shown up in force” and called this “the best campaign we ran.”https://t.co/PAiZ4D1jU3
📺 Sky 501, Freeview 233 and YouTube pic.twitter.com/Ua4Nvp1vOb
— Sky News (@SkyNews) November 5, 2024
Kamala Harris trascorre la giornata elettorale a Washington, dove la candidata democratica ha in programma alcune interviste radiofoniche rivolte agli ascoltatori dei sette Stati chiave. In serata, la vicepresidente si trasferirà alla Howard University, lo storico ateneo di Washington per gli studenti neri dove si laureò nel 1986. Qui è stato allestito il quartier generale della sua campagna per seguire in risultati elettorali. Harris ha già votato per posta in California.
Ieri, ultimo giorno di comizi. Entrambi i candidati hanno concentrato le loro forze rimanenti di questa lunghissima e faticosa campagna elettorale sulla Pennsylvania. Secondo i calcoli dell’analista politico Nate Silver, il candidato che riuscirà a conquistarla ha più del 90% di possibilità di vincere la Casa Bianca. Questo perché con i suoi 19 Grandi Elettori, dato che è il quinto Stato più popoloso degli USA, è considerata la roccaforte elettorale degli indecisi. Tutti i calcoli per raggiungere la quota di 270 Grandi Elettori che apriranno le porte per andare alla Casa Bianca passano dalla Pennsylvania. Non peraltro il suo motto è “Keystone State”, lo Stato “chiave di volta”.
Se i democratici si aggiudicano Pennsylvania, Wisconsin e Michigan, insieme a un distretto congressuale in Nebraska, Harris sarà la prossima presidente. Se i repubblicani, invece, vincono in Pennsylvania, North Carolina e Georgia, Trump tornerà alla Casa Bianca.
Senza la Pennsylvania, Trump non può vincere senza ribaltare almeno tre degli Stati che Joe Biden si era aggiudicato nel 2020.
La Pennsylvania non è solo lo Stato indeciso più prezioso, ma può anche essere vista come un microcosmo degli USA su più livelli, demografico, economico e politico.
Fa parte della Rust Belt, con le sue fabbriche e fonderie abbandonate e arrugginite. Si è ripresa e si è trasformata con nuove industrie e attività, ma ha un grande settore energetico grazie ai suoi abbondanti depositi di scisto bituminoso che viene estratto con il fracking. L’agricoltura è ancora la seconda industria più grande dello Stato.
La maggior parte della popolazione è bianca, ma ci sono comunità di immigrati in crescita. Alcune aree, come Allentown, la città operaia industriale resa famosa da una canzone di Billy Joel, sono ora a maggioranza ispanica. La quota nera dello Stato, al 12%, è appena al di sotto del totale degli Stati Uniti del 13%.
Per quanto riguarda la politica, le due grandi aree urbane, Filadelfia e Pittsburgh, sono a stragrande maggioranza democratica. Tra le due ci sono vaste distese di territorio rurale dove dominano i repubblicani. Questa caratteristica ha dato origine a una battuta per descriverne la politica: “I democratici dominano a Filadelfia (la città più a Est) e a Pittsburgh (quella più a Ovest). In mezzo c’è l’Alabama (lo Stato più repubblicano degli USA)”.
La Pennsylvania ha una composizione politica, economica e sociale con tutti i parametri necessari per permettere una approfondita e accurata analisi elettorale.

Il presidente Joe Biden nel 2020 si è aggiudicato questo Stato con circa 80 mila voti. Donald Trump nel 2016 ha ottenuto circa 40 mila voti in più di Hillary Clinton. L’ultimo sondaggio del New York Times/Siena College a riguardo evidenzia che i due candidati attuali sono bloccati in un pareggio: sia l’ex presidente che Harris sono al 49% dei probabili elettori. Il margine di errore è del 3%.
Sia la campagna di Harris che quella di Trump hanno investito enormi risorse in Pennsylvania, sia in pubblicità televisiva che con il contatto personale nei comizi.
Harris ha presentato Tim Walz ai suoi elettori proprio in un comizio a Filadelfia. Ha trascorso giorni a prepararsi per il dibattito presidenziale a Pittsburgh. Sempre in Pennylvania, ha tenuto un discorso economico di grande impatto a settembre.
All’inizio di ottobre, Trump ha tenuto un comizio a Butler, dove a luglio è stato ferito in un attentato. Era nella città natale di Biden, Scranton, e poi a Reading solo un paio di settimane dopo.
Per Harris, le chiavi della vittoria sono ottenere numeri dominanti a Filadeflia e Pittsburgh e vincere nei sobborghi con un margine sufficiente a compensare i margini di Trump nel resto dello Stato. Una parte essenziale di questa strategia è conquistare gli elettori repubblicani moderati, tra cui gli oltre 160.000 che alle primarie del GOP hanno votato per Nikki Haley.
La strategia di Trump è quella di ottenere tutto il sostegno possibile dalle parti più conservatrici e di pescare voti tra i colletti blu e i giovani neri.
I democratici registrati sono ancora più numerosi dei repubblicani, ma i dati mostrano che c’è un calo costante da quando lo Stato ha iniziato a pubblicare i numeri degli iscritti nel 1998.
Alle elezioni del 2020 i risultati elettorali della Pennsylvania sono stati rilasciati con molto ritardo, in gran parte a causa delle oltre due milioni di schede per corrispondenza. Ma allora c’era la pandemia di Covid. Quest’anno il voto per posta è inferiore. In questo Stato le buste elettorali per corrispondenza non possono essere aperte e conteggiate prima della chiusura dei seggi. Sono conteggiate subito, invece, quelle espresse di persona anticipatamente.