Allo Smithsonian National Zoo and Conservation Biology Institute di Front Royal in Virginia, un furetto dai piedi neri clonato presso il laboratorio del centro e battezzato “Antonia” dai ricercatori, ha dato alla luce due cuccioli sani. È accaduto lo scorso giugno e si tratta di un risultato inedito e importante soprattutto perchè l’animale è considerato in via di estinzione. Il Fish and Wildlife Service statunitense ha definito l’accaduto come un “entusiasmante risultato di ricerca che ha aperto nuovi orizzonti sulle modalità e le soluzioni atte a preservare gli animali e altre specie in via di estinzione”. Alla ricerca hanno collaborato anche scienziati provenienti dal San Diego Zoo Wildlife Alliance, Association of Zoos and Aquariums e di Revive & Restore, un’organizzazione no-profit per la conservazione della fauna selvatica focalizzata sull’uso della biotecnologia.
Antonia è stata creata da materiale genetico di un furetto femmina chiamato Willa, morto nel 1988 e ha dimostrato di essere un animale perfettamente sano dando alla luce i cuccioli dopo essersi accoppiata con un furetto maschio di nome Urchin. A confermarlo sono i dati resi noti la scorsa settimana dall’agenzia federale per la fauna selvatica.
“L’allevamento di successo e la successiva nascita dei piccoli di Antonia segna una pietra miliare nella conservazione delle specie in via di estinzione”, ha detto Paul Marinari, curatore senior presso il National Zoo and Conservation Biology Institute dello Smithsonian.
Secondo gli esperti, Antonia è il primo furetto clonato grazie al quale può essere ripristinata la genetica perduta della sua specie. I furetti odierni discendono dagli stessi antenati e il nuovo processo introduce geni che potrebbero rivelarsi importanti per garantire un sano recupero della specie nel corso degli anni, puntualizzano.
I furetti dai piedi neri, una volta popolavano le grandi pianure nord americane “ovunque poter trovare cani della prateria su cui si affidavano per il cibo” dicono gli specialisti. Adesso, possono essere reintrodotti in alcune delle loro zone di origine in Wyoming, South Dakota, Montana e Arizona, spiegano i funzionari che si occupano della ricerca e della conservazione degli animali.