Nella corsa alla costruzione di infrastrutture per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, Meta, il colosso di proprietà di Mark Zuckerberg, ha incontrato un insolito quanto insidiosissimo avversario: le api. Secondo quanto riportato lunedì dal Financial Times, una rara specie di queste ultime ha ostacolato i piani dell’azienda per la costruzione di un centro dati per l’AI.
Meta era in trattativa con un gestore di centrali nucleari per la costruzione di un centro negli Stati Uniti a supporto delle attività di intelligenza artificiale dell’azienda. Tuttavia, lo stesso Mark Zuckerberg ha dichiarato, in una riunione con tutti i dipendenti, che la scoperta della specie di api in un luogo vicino al sito su cui avrebbe dovuto essere costruito l’impianto in programma, è stata in parte la causa dell’annullamento dei piani.
Secondo il Financial Times, anche le sfide normative sono state un fattore determinante. Il quotidiano non ha rivelato il nome dell’operatore della centrale né ha indicato il luogo in cui doveva sorgere il centro.
Come spiegato da Business Insider, nell’ultima relazione sugli utili, Meta ha dichiarato di aspettarsi “una significativa accelerazione della crescita delle spese infrastrutturali l’anno prossimo” e “una significativa crescita delle spese in conto capitale nel 2025”, grazie soprattutto al suo lavoro sull’AI.

Meta non è l’unico gigante tecnologico che investirà in modo significativo in infrastrutture per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Anche i suoi rivali, tra cui Google, Amazon e Microsoft, investono miliardi in centri dati per alimentare la loro AI.
Il mese scorso, Google ha annunciato una partnership per l’acquisto di energia nucleare da piccoli reattori modulari, che saranno costruiti da Kairos Power, diventando così il primo gigante tecnologico ad aver mediato un accordo per nuove centrali nucleari. Amazon, invece, prevede di spendere circa 150 miliardi di dollari per i data center entro il 2040, come riportato da Bloomberg a marzo. L’azienda potrebbe realizzare ben 240 nuovi centri entro quella data.
Il boom dei data center per alimentare l’intelligenza artificiale comporta costi elevati anche dal punto di vista ambientale, oltre che finanziario. Secondo un’analisi di McKinsey, negli Stati Uniti i data center dovrebbero raggiungere i 35 gigawatt di consumo energetico annuo entro il 2040: un aumento decisamente considerevole, se si pensa ai “soli” 17 gigawatt del 2022.