Maia Sandu, presidente filo-UE della Moldova, ha conquistato domenica un secondo mandato consecutivo con il 55,41% dei voti al termine del ballottaggio contro Alexandr Stoianoglo, ex procuratore generale filo-russo sostenuto dal Partito Socialista.
La tornata elettorale si è svolta in un clima teso, accompagnato da denunce di interferenze di Mosca e segnata da un referendum popolare, tenutosi a ottobre, in cui una stretta maggioranza di elettori ha scelto di avviare il percorso di adesione all’UE. Situata ai confini dell’Ucraina, la Moldova guarda con preoccupazione all’invasione russa del 2022, percependo le ingerenze di Mosca come una minaccia per la propria stabilità.
Durante la notte elettorale, Stanislav Secrieru, consigliere per la sicurezza nazionale di Sandu, ha parlato di “interferenze massicce” da parte della Russia, definendole come un tentativo di “distorcere il risultato”. “Moldova, hai vinto!” ha esclamato Sandu nel suo discorso post-vittoria, pronunciato poco dopo la mezzanotte. “Oggi, cari moldavi, avete dato una lezione di democrazia, salvando il nostro Paese dal rischio di un futuro incerto.”
La presidente ha parlato di un attacco “senza precedenti” del Cremlino portato avanti attraverso tentativi di corruzione elettorale e manipolazioni. Sandu ha sottolineato che la forza del voto popolare ha superato ogni ostacolo, dimostrando che “nulla può opporsi al potere della democrazia.” Parte del suo discorso è stata tenuta in russo, un gesto simbolico per ribadire di voler rappresentare anche coloro che non l’hanno sostenuta. “Sarò la presidente di tutti voi,” ha dichiarato. “Non importa che parliamo lingue diverse o abbiamo opinioni differenti, tutti desideriamo pace, comprensione e un futuro dignitoso per i nostri figli.”
Determinante è stato il sostegno della diaspora moldava: inizialmente i dati preliminari vedevano Stoianoglo in vantaggio di quattro punti percentuali, ma con il conteggio dei voti esteri la situazione si è ribaltata a favore di Sandu. Stoianoglo ha ottenuto un largo consenso nelle aree nord-orientali del Paese e nella regione separatista della Transnistria, sostenuta da Mosca sul piano economico e militare, mentre Sandu ha trovato forti appoggi nella capitale Chisinau e nel sud del Paese.
Le accuse di interferenza sono state respinte da Mosca, che ha rovesciato le critiche contro l’Occidente, accusato di influenzare l’esito elettorale tramite il voto degli emigrati. “Le elezioni in Moldova sono una farsa,” ha dichiarato Leonid Slutsky, deputato russo, definendo il secondo mandato di Sandu come un risultato ottenuto “grazie ai padroni occidentali.” Un altro politico russo, il senatore Andrei Klishas, ha criticato le modalità di conteggio dei voti esteri, sostenendo che i seggi per i moldavi residenti in Russia sarebbero stati penalizzati dal comitato elettorale di Chisinau.