Dal 2020, quando gli Stati Uniti erano nel pieno della pandemia di Covid, il metodo elettorale è cambiato. Le misure anticontagio di allora portarono a suggerire che, per evitare assembramenti ai seggi, era meglio votare per corrispondenza o votare anticipatamente.
Un cambiamento forzato dagli eventi che gli elettori, dopo tante polemiche iniziali sugli assembramenti nei luoghi chiusi e sulle mascherine, alla fine hanno trovato comodo. E da allora la maggioranza degli elettori preferisce votare senza andare i seggi e quasi più della metà degli americani hanno già votato.
Secondo la stima fatta da Cnn, Edison Research e Catalist sulla base di dati raccolti in 47 Stati e nel distretto di Columbia, hanno fatto la loro scelta più di 74 milioni di americani, pari al 49% dei 158 milioni voti che furono espressi nel 2020.
I voti espressi nei seggi elettorali vengono contati subito. Quelli per corrispondenza si contano solo dopo che è terminato lo spoglio. In quasi tutti gli Stati dell’Unione il conteggio avviene con la scansione ottica delle schede, in altri con un sistema di elaborazione BDM, altri ancora con un sistema DRE. I riconteggi delle schede, in quasi tutti gli Stati, sono manuali. Ecco perché nelle elezioni del 2020 si verificò quello che fu chiamato “il miraggio rosso” che diede l’illusione a Trump di essere in vantaggio: gli elettori repubblicani avevano preferito votare di persona e quelli democratici per posta, così a mano a mano che venivano contati i voti per corrispondenza, Biden accorciò la distanza fino a raggiungere e superare l’avversario.
È possibile che questo succeda anche in queste elezioni, perché la Pennsylvania, che porta in dote 19 voti elettorali ed è considerato uno Stato fondamentale per andare alla Casa Bianca, ha 9 milioni di probabili elettori e almeno il 40% di questi hanno scelto di votare per corrispondenza. Il che vuol dire che 3 milioni e 600 mila voti dovranno essere contati dopo che si è finito di contare gli altri.
In Louisiana, qualsiasi elettore può esprimere il proprio voto di persona durante il voto anticipato fino al giorno prima delle elezioni. Ma appena oltre il confine dello Stato, nel Mississippi, non tutti gli elettori hanno questa possibilità, negata anche in Alabama, Delaware e New Hampshire. In Arizona, una persona deve mostrare un documento d’identità per votare, mentre nel confinante Nevada non esiste tale requisito.
Ogni Stato ha le sue regole, che possono variare anche nello stesso da contea a contea. Alcuni permettono la chiusura dei seggi quando tutti gli elettori registrati hanno votato. Succede a Dixville Township, nel New Hampshire, dove gli elettori registrati, quest’anno sono sei, votano a mezzanotte e un minuto e i loro voti saranno i primi delle presidenziali del 2024.
Un sistema decentralizzato creato dai padri fondatori, quando hanno redatto la Costituzione, che hanno sancito che ogni singolo Stato ha l’autorità di stabilire i tempi, i luoghi e le modalità per il voto e che poi è stato regolamentato nel 1965 dal Voting Rights Act.
In alcuni Stati il voto anticipato di persona si può fare utilizzando la scheda, che viene letta da una macchina per il voto presso un centro elettorale della contea, oppure depositando la scheda all’interno di un ufficio elettorale locale.
In alcuni Stati le schede vengono inviate per posta a tutti gli elettori registrati, che poi possono optare se portarle al seggio e votare di persona, o rimandarle per posta all’ufficio elettorale dopo averle compilate. In altri, gli elettori che vogliono votare per posta devono richiedere la scheda all’ufficio elettorale. In alcuni stati, gli elettori devono fornire il motivo per cui non sono in grado di andare al seggio, come disabilità o lontananza dalla residenza. In alcuni Stati basta solo dichiarare di essere “senior”, cioè aver compito i 65 anni. In 36 stati viene richiesto un documento d’identità per votare, mentre 14 stati e Washington D.C. non lo fanno.
Non essendoci un ente federale elettorale, la responsabilità ricade sui funzionari statali.
Il Dipartimento di Giustizia ha dichiarato che sta pianificando di inviare osservatori elettorali in 86 contee in 27 stati. “Una misura di routine – ha affermato un portavoce – che in tutte le elezioni presidenziali gli osservatori vengono inviati in vari siti elettorali per far rispettare le leggi federali sui diritti di voto che proteggono i diritti di tutti i cittadini idonei ad accedere alle schede elettorali”. Una misura sancita dal Voting Rights Act.
I siti includono tutti i sette stati considerati indecisi (Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania, Wisconsin), e un mix di Stati rossi e blu. Tuttavia, i funzionari elettorali del Texas, Florida e Missouri si oppongono, affermando che gli osservatori federali non saranno ammessi nei seggi elettorali dei loro stati.
Gli uffici elettorali hanno misure preventive per garantire che ogni elettore registrato esprima solo un voto. Poi, dopo il voto, ci sono i controlli manuali dei dati della registrazione al voto, confrontati con i tabulati del Motor Vehicle Department e quelli degli uffici giudiziari, che controllano sia che le persone che hanno scontato una pena in carcere non abbiano votato, che i nomi delle liste elettorali delle persone che saranno chiamate a fare parte dele giurie popolari nei processi.
“È un lavoro che non finisce mai”, afferma un portavoce della CISA, l’America’s Cyber Security Agency. In tutto il Paese, gli uffici elettorali ricevono costantemente le domande di registrazione degli elettori, verificano l’idoneità, esaminano i registri di morte e le condanne dei tribunali aggiornando e rimuovendo i nomi dai registri elettorali.
Eppure, nonostante tutte le differenze nelle regole elettorali, gli esperti affermano che le elezioni così decentrate sono un punto di forza per la democrazia, perché è impossibile generare una quantità tale di “voti artificiali” da condizionare il risultato elettorale finale. “Probabilmente non è un sistema elettorale perfetto”, ha detto il repubblicano Trey Grayson, ex segretario di stato del Kentucky e presidente del comitato consultivo del Secure Elections Project ai microfoni della NPR, “Ma quello americano è più sicuro degli altri”.