È una triangolazione insolita quella che si è aperta tra Washington, Pechino e Pyongyang dopo il coinvolgimento di soldati nordcoreani nel conflitto russo-ucraino. Nelle ultime settimane, secondo il New York Times, l’amministrazione Biden ha intensificato il dialogo con Pechino, puntando a suscitare in Cina preoccupazioni sui rischi di un’alleanza sempre più stretta tra Russia e Corea del Nord che rischia di sottrarre a Pechino parte dell’influenza che tradizionalmente esercita sul regime di Kim Jong-un.
La presenza nordcoreana in territorio russo, e il rischio concreto che Pyongyang invii truppe a combattere in Ucraina, rappresentano infatti un nodo delicato per la Cina, principale partner economico e militare della Corea del Nord. Pechino è da sempre attenta a mantenere un equilibrio nelle sue relazioni asiatiche e difficilmente vede di buon occhio un coinvolgimento militare che potrebbe trascinare l’Europa nelle questioni di sicurezza dell’Asia Orientale.
Negli ultimi giorni, il Dipartimento di Stato americano ha discusso la questione con rappresentanti cinesi di alto livello, incluso l’ambasciatore Xie Feng a Washington. Durante gli incontri, i rappresentanti americani hanno enfatizzato il timore che l’alleanza tra Russia e Corea del Nord possa destabilizzare ulteriormente la regione e persino influenzare la sicurezza di Taiwan, un dossier che Pechino considera prioritario. Parallelamente, il Segretario di Stato Antony Blinken ha aggiornato i funzionari ucraini, come Andriy Yermak, sui tentativi diplomatici con Pechino.
Washington punta sulla riluttanza cinese a vedere Kim Jong-un ampliare la propria sfera di influenza oltre il confine asiatico. Per gli Stati Uniti, la speranza è che Pechino riesca a dissuadere Pyongyang dall’invio di truppe, o quanto meno a limitarne l’intervento militare.
Il Pentagono ha recentemente annunciato che circa 10.000 soldati nordcoreani si trovano in Russia per addestramenti e operazioni; molti di questi sarebbero già diretti verso l’Ucraina. La situazione rievoca in parte lo schema della Guerra di Corea, dove Russia, Cina e Corea del Nord combatterono fianco a fianco contro le forze guidate dagli Stati Uniti. Funzionari statunitensi e analisti ritengono che l’asse tra Mosca, Pechino e Pyongyang continui a essere alimentato da un’opposizione comune agli Stati Uniti, ma che i recenti sviluppi evidenzino l’inquietudine cinese nei confronti della nuova collaborazione russo-coreana, che potrebbe indebolire la posizione centrale di Pechino in Asia.
L’attenzione cinese si concentra soprattutto su possibili accordi tecnologici tra Russia e Corea del Nord, in cambio del sostegno militare coreano. Pechino teme che Mosca possa fornire a Pyongyang competenze avanzate in ambito nucleare o spaziale, accrescendo la minaccia rappresentata dalle ambizioni di Kim Jong-un. Anche la possibilità di una più ampia condivisione di intelligence tra Mosca e Pyongyang solleva preoccupazioni a Pechino, che teme l’eventuale condivisione di informazioni sensibili anche sulla stessa Cina.
C’è poi anche la prospettiva di una presenza nordcoreana sul fronte europeo, che rischia di ampliare il raggio d’azione della coalizione militare tra Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti. Inoltre, nonostante il solido rapporto personale tra Xi Jinping e Vladimir Putin, Pechino potrebbe trovare sempre più difficile bilanciare il sostegno a Mosca con il desiderio di evitare un’escalation regionale.