Quasi 65 milioni di elettori hanno già votato, ma – com’è naturale con un numero così alto di persone – alcuni di loro sono deceduti dopo aver espresso il loro voto. Cosa succede in questi casi?
In 10 Stati, tra cui la Florida e il Montana, la legge stabilisce che i voti dei deceduti siano comunque contati, ma molti altri stati non hanno una politica specifica. Almeno altri nove Stati, tra cui swing state come la Pennsylvania e il Wisconsin, affermano invece il contrario, ossia che le schede assenti compilate da persone decedute non possono essere conteggiate. Bloccare questi voti risulta però difficile, poiché le autorità dovrebbero essere avvisate della morte per poter intervenire.
Per di più, la stessa National Conference of State Legislatures, l’associazione che rappresenta le legislature dei 50 Stati, ammette l’incertezza: “Una volta che la scheda postale sia stata verificata e rimossa dalla busta per il conteggio, non è più possibile risalire all’elettore. Il recupero di una scheda, quindi, è possibile solo quando è ancora nella busta di ritorno e solo nei casi in cui i funzionari elettorali abbiano ricevuto la notifica del decesso”.
Intervenuto a Spectrum News sulla questione, l’esperto di elezioni Bernard Fraga dell’Università di Emory ha affermato che uno dei motivi per cui alcuni Stati non si preoccupano di identificare ed eliminare i voti delle persone decedute è che non ce ne sono abbastanza per influenzare i risultati delle elezioni.
“Se dovessi indovinare il numero di persone, non è sufficiente per influenzare l’esito di un’elezione o il risultato di un’elezione, anche nelle gare elettorali federali o statali più vicine”, ha affermato. Nel 2021, gli investigatori elettorali della Georgia hanno scoperto che nelle elezioni del 2020 erano state contate solo quattro schede assenteiste di persone morte, come riporta The Atlanta Journal-Constitution.