Una setta, una colonia, un harem? Non solo Elon Musk ha – per ora – almeno 11 figli da tre donne diverse, nati fra il 2002 e oggi, ma vuole portarli a vivere tutti insieme. La sede della tribù sarebbe un ampio complesso a Austin in Texas. Il miliardario sudafricano 53enne da tempo lamenta i rischi della denatalità (in un post su X, il social di sua proprietà, nel luglio 2022 parlava del “maggiore pericolo che la civiltà si trova ad affrontare”). “Il mondo deve essere popolato!” per citare Shakespeare in Molto rumore per nulla; e forse Musk vuole ripopolare la Terra da solo, in attesa di fondare la colonia su Marte di cui pure parla.
La notizia arriva dal New York Times, secondo cui il sostenitore di Trump, che vale circa 270 miliardi di dollari (stima di Forbes), ha comprato tre magioni in Texas “con l’intento di far vivere vicini i suoi figli e due delle loro tre madri” perché secondo fonti vicine al miliardario, questo consentirà ai rampolli “di essere presenti nelle vite degli altri” e, non meno importante, consentirà a Musk di “programmare il tempo con loro”.
Si tratterebbe di una villa in stile toscano e di una proprietà da sei camere da letto ad essa adiacente; costo totale circa 35 milioni di dollari. Musk avrebbe per sé un’altra casa a 10 minuti di distanza a piedi.
Il primo figlio di Musk morì a poche settimane di vita (altrimenti sarebbero 12). Poi ne ha avuti altri cinque con la prima moglie, Justine Wilson. Si tratta di Vivian Jenna e del suo gemello Griffin (oggi ventenni) e dei tre gemelli Saxon, Damian, e Kai. Dopo il divorzio da Wilson, Musk ebbe una relazione tempestosa con l’attrice inglese Talulah Riley (sposati e divorziati due volte), con cui non ha avuto figli.
Dal 2020 in poi, un profluvio. Gli ultimi tre li ha avuti con Shivon Zilis, dirigente della sua compagnia Neuralink, (sarebbe l’unica per ora ad essersi trasferita in Texas): due gemelli con fecondazione in vitro e un altro figlio nato, nel 2024, tramite maternità surrogata (il che non gli impedisce di frequentare il Vaticano o Giorgia Meloni, il cui governo ha appena votato una legge per far diventare “reato universale” la gestazione per altri).
Con Claire “Grimes” Boucher, che all’epoca della loro relazione aveva in effetti vissuto a Austin qualche anno, ne ha avuti tre fra il 2020 e il 2022, in parte sovrapposti a quelli con Zilis; prima due gemelli chiamati X Æ A-Xii, 4, meglio noto come “X” e Exa Dark Sideræl, 2, ovvero “Y”, poi Techno Mechanicus, o “Tau”, la cui esistenza è stata rivelata solo nel 2024. Ma con Grimes, Musk è invischiato in una causa velenosa per l’affido dei bambini.
Musk ha anche offerto pubblicamente il suo DNA a varie donne, fra cui Taylor Swift: quando la cantante ha dato il suo appoggio a Kamala Harris per la Casa Bianca, firmando il suo post su Instagram come “Childless Cat Lady”, Musk le ha scritto su Instagram: “Fine Taylor…you win…I will give you a child and guard your cats with my life”: “ok Taylor, vinci tu, ti darò un figlio e custodirò i tuoi gatti con la mia vita”. Avrebbe anche offerto il suo sperma alla ex candidata vicepresidente indipendente Nicole Shanahan, che non ha accettato. Ma lo avrebbe anche proposto ai dipendenti della sua compagnia SpaceX, per fondare una colonia su Marte, il pianeta rosso che spera di raggiungere con le sue avventure spaziali.
Del resto, a soli 53 anni ha tempo per fare altri figli con altre mogli – o con altri metodi.
Curiosamente, nel 2020 Musk aveva scritto che intendeva disfarsi di tutte le sue proprietà immobiliari, e poi ha rivelato di aver traslocato in una casetta da 50mila dollari sul sito della rampa di lancio di SpaceX. Deve aver cambiato idea.
Almeno una delle sue figlie però si terrà alla larga da Austin: è la transgender Vivian Jenna Wilson, che in una intervista alla NBC l’estate scorsa ha dichiarato che Musk è stato un padre assente, e nelle sue rare apparizioni, crudele con lei perché era gay ed effeminata – difatti Vivian ha preso il cognome della madre. I due non si frequentano. Lui aveva già asserito che la figlia è in effetti morta, perché “uccisa dal virus della mentalità woke”.