Nel mezzo della sua visita in Michigan, dove spera di accaparrarsi le preferenze degli elettori afroamericani, Kamala Harris è stata protagonista di un’intervista radiofonica al The Breakfast Club, condotto da Charlamagne Tha God, noto per le sue posizioni, spesso polemiche anche nei confronti dei democratici.
Durante il suo discorso, Harris ha più volte respinto le accuse di coloro che sostengono che la sua politica sia totalmente scollegata dalla comunità nera, scagliandosi con forza contro il suo rivale alle urne, Donald Trump, la cui campagna elettorale “si nutre di paura”.
“Se voterete a queste elezioni, avrete la possibilità di scegliere due visioni totalmente diverse per la nostra nazione”, ha spiegato la vicepresidente. A questo punto dell’intervista, Charlamagne, il cui vero nome è Lenard Harry Mckelvey, ha spinto la candidata democratica ad andare oltre, dichiarando che la politica di Trump è fascista ed aggiungendo: “Perché non possiamo dirlo e basta?”. “Si, possiamo dirlo”, ha ribattuto la vicepresidente.
Harris ha inoltre definito le prossime elezioni “una corsa con un margine di errore” e ha delineato le sue nuove proposte volte ad avvicinare gli elettori afroamericani, discutendo anche la sua agenda economica, le proposte per l’assistenza sanitaria e i piani per continuare a promuovere il George Floyd Justice in Policing Act, una legge contro la brutalità della polizia.
La candidata democratica ha poi difeso il suo operato come procuratore distrettuale di San Francisco, descrivendosi come “uno dei procuratori più progressisti” nei casi riguardanti il consumo di marijuana. Se eletta, Harris ha detto che spingerà per la depenalizzazione federale.
Alla domanda su come si sarebbe impegnata con la comunità nera, e in particolare con la chiesa nera, Harris ha risposto di essere “cresciuta” nella chiesa e che qualsiasi affermazione contraria è una calunnia del “team di Trump”. “Stanno cercando di scollegarmi dalle persone con cui ho lavorato e dall’ambiente da cui provengo”, ha spiegato la vicepresidente, “perché altrimenti non avrebbero argomenti per la loro campagna”.
Harris ha anche criticato Trump per aver promesso, durante un comizio della scorsa settimana ad Aurora, in Colorado, di voler invocare l’Alien Enemies Act del 1798, per accelerare l’allontanamento dei membri delle gang senza documenti. “Sta conducendo a tempo pieno una campagna che mira a instillare la paura. Non la speranza, non l’ottimismo, non il futuro: ma la paura”, ha detto la 59enne.
Il giorno prima di arrivare in Michigan, mentre mostrava al suo pubblico dei video in cui Trump chiamava i suoi avversari politici “nemici interni”, la vicepresidente aveva inoltre affermato: “Ormai è fuori di testa”.