Il Canada ha espulso sei diplomatici indiani, dopo che la polizia federale ha dichiarato di aver scoperto che agenti del governo indiano erano coinvolti in una “campagna di violenza” contro alcuni separatisti sikh che abitavano nel Paese nordamericano.
Parlando ai giornalisti lunedì pomeriggio, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha detto che la Royal Canadian Mounted Police (RCMP) ha trovato “prove chiare e convincenti” secondo cui agenti della nazione asiatica sarebbero impegnati in attività che minacciano la sicurezza pubblica. “Ciò include tecniche clandestine di raccolta di informazioni, comportamenti coercitivi nei confronti dei canadesi dell’Asia meridionale e il coinvolgimento in oltre una dozzina di atti di minaccia e violenza, tra cui un omicidio”, ha dichiarato Trudeau.
“Le prove portate alla luce dal RCMP-ha aggiunto- non possono essere ignorate. Portano a una sola conclusione: È necessario interrompere le attività criminali che continuano a rappresentare una minaccia per il Paese”.
A sua volta, Il Ministero degli Esteri indiano ha dichiarato che Nuova Delhi avrebbe espulso sei diplomatici canadesi, tra cui l’Alto Commissario in carica, dando loro tempo fino a sabato per lasciare il Paese. L’annuncio è arrivato poche ore dopo che l’India aveva dichiarato di voler ritirare il suo più alto inviato a Ottawa e altri diplomatici.
Le relazioni tra India e Canada sono più che mai tese dal settembre 2023, quando Trudeau dichiarò che il governo aveva prove credibili che collegavano agenti indiani all’assassinio del leader separatista sikh Hardeep Singh Nijjar, sul suolo canadese. Nijjar sosteneva la creazione di una nazione sikh sotto forma di uno Stato Khalistano indipendente, ed era stato designato dall’India come “terrorista” nel luglio 2020.
Successivamente, Nuova Delhi aveva detto di aver “ricevuto una comunicazione diplomatica dal Canada, che suggerisce che l’Alto Commissario indiano e altri diplomatici sono persone di interesse” nell’indagine in corso.
Ieri, il commissario dell’RCMP, Michael Duheme, ha dichiarato che la polizia ha appreso “una quantità significativa di informazioni sull’ampiezza e la profondità delle attività criminali orchestrate da agenti del governo indiano”. Duheme ha affermato che tali operazioni costituiscono “minacce conseguenti alla sicurezza e all’incolumità dei canadesi e degli individui che vivono nel Paese”.
Nuova Delhi ha respinto “con forza” le accuse del governo nordamericano e ha ribadito: “Ciò lascia pochi dubbi sul fatto che, con il pretesto di un’indagine, vi sia una strategia deliberata di diffamazione dell’India per ottenere vantaggi politici. L’India si riserva ora il diritto di prendere ulteriori provvedimenti in risposta a questi ultimi sforzi del governo canadese di inventare accuse contro i nostri diplomatici”.