La Boeing prevede di licenziare circa il 10% dei suoi dipendenti nei prossimi mesi. Ciò significa che ben 17.000 persone perderanno il loro posto di lavoro, mentre la società continua a perdere denaro e cerca di affrontare uno sciopero che sta paralizzando la produzione degli aerei di linea più venduti.
La compagnia ritarderà ulteriormente il lancio di un nuovo velivolo, il 777X, che verrà presentato nel 2026 invece che nel 2025. Inoltre, smetterà di costruire la versione cargo del suo jet 767 nel 2027, dopo aver terminato gli ordini attuali. Dall’inizio del 2019, Boeing ha perso più di 25 miliardi di dollari.
Il nuovo amministratore delegato Kelly Ortberg ha comunicato al personale in una nota di venerdì che i tagli riguarderanno dirigenti e impiegati. L’azienda ha circa 170.000 dipendenti in tutto il mondo, la maggior parte dei quali lavora negli impianti di produzione degli Stati di Washington e della Carolina del Sud. Circa 33.000 macchinisti del sindacato sono in sciopero dal 14 settembre. Due giorni di trattative, questa settimana, non hanno prodotto alcun accordo, e la Boeing ha presentato un’accusa di pratiche lavorative scorrette contro l’Associazione Internazionale dei Macchinisti e dei Lavoratori Aerospaziali.
Oltre ad annunciare i licenziamenti, la Boeing ha anche presentato una relazione preliminare sui risultati finanziari del terzo trimestre, che ha evidenziato diversi problemi. La società ha dichiarato di aver bruciato 1,3 miliardi di dollari in contanti durante il trimestre e di aver perso 9,97 dollari per azione.

Gli analisti del settore si aspettavano una perdita di 1,61 dollari per azione, ma probabilmente non erano a conoscenza di alcune grosse svalutazioni che Boeing ha annunciato venerdì: un onere di 2,6 miliardi di dollari legato ai ritardi del 777X, 400 milioni di dollari per il 767 e 2 miliardi di dollari per i programmi di difesa e spaziali, tra cui i nuovi jet dell’Air Force One, una capsula per la NASA e un’aerocisterna per il rifornimento militare.
Lo sciopero, naturalmente, ha avuto un impatto diretto sulla liquidità dell’azienda, in quanto ha fermato la produzione del 737 Max, l’aereo più venduto della Boeing, e dei 777 e 767. Il CEO Ortberg ha spiegato al personale che la situazione “richiede decisioni difficili. Dovremo apportare cambiamenti strutturali per rimanere competitivi e offrire ai nostri clienti un servizio a lungo termine”.
Il nuovo amministratore delegato deve affrontare molte sfide per risollevare le sorti della società. La Federal Aviation Administration ha aumentato i controlli sull’azienda dopo che, a gennaio, un pannello è esploso da un Max durante un volo targato Alaska Airlines. La Boeing ha accettato di dichiararsi colpevole e di pagare una multa per associazione a delinquere, ma c’è chi chiede pene più severe.