Le reazioni dell’aula alla fine del discorso del premier ungherese Viktor Orban nella plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo hanno segnato uno dei momenti memorabili nella storia dell’eurocamera. La conclusione del discorso, che presentava le priorità della presidenza di turno ungherese del Consiglio Ue, è stata accolta inizialmente da forti applausi cadenzati dall’estrema destra, presto coperti dagli eurodeputati della sinistra, che hanno intonato a gran voce l’inno antifascista dei partigiani italiani “Bella ciao”.
“Molti di voi si ribellano a quello che dico, ma vorrei dire che i fatti parlano da soli. In Europa, l’immigrazione clandestina contribuisce alla crescita dell’antisemitismo, della violenza contro le donne e dell’omofobia. Può non piacervi, ma questi sono i fatti”, ha detto fra l’altro Orban tra i fischi di alcuni e gli applausi di pochi nell’emiciclo di Strasburgo.
Il premier ungherese, noto per il suo autoritarismo, ha concluso con una parafrasi del motto dell’ex presidente americano Donald Trump, (ora ricandidato alle imminenti presidenziali Usa), “Let’s make America great again”, trasformato in “Let’s make Europe great again”. A questo punto è partito prima l’applauso da destra e poi il canto in italiano dalla sinistra.
Dopo un momento di sorpresa, e mentre i commessi cercavano di far tacere gli eurodeputati della sinistra impegnati nel coro, la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola ha esclamato: “Non siamo all’Eurovisione”. Ma il canto è continuato. Allora ha aggiunto: “Bene. Questa è più ‘La Casa di Carta’ che gli Abba. Ma qui non siamo all’Eurovisione. Rispettiamo la dignità di quest’aula”. Poi il canto dell’inno partigiano è finalmente cessato, e poco dopo è cominciato l’intervento della presidente della Commissione europea.
Ursula von der Leyen ha attaccato frontalmente Orban per le sue posizioni filo-russe nei confronti dell’Ucraina. “Il mondo è stato testimone delle atrocità della guerra intrapresa dalla Russia – ha attaccato la presidente della Commissione, tra sonori applausi – Eppure ci sono ancora persone che incolpano non l’invasore, ma gli invasi. Ci sono ancora alcuni che incolpano non la sete di potere di Putin, ma la sete di libertà dell’Ucraina”, ha aggiunto Ursula Von der Leyen.
“La verità è che non sono venuto qui per leggervi questi fatti. Sono venuto qui per presentarvi il programma della presidenza ungherese”, ha risposto Orban alle critiche, sostenendo che sui problemi attuali, tra cui competitività e immigrazione, la presidenza ungherese ha delle idee. “Ma avete deciso di trasformarlo in uno scontro tra partiti politici, difenderò il mio Paese”, ha concluso.
Il botta e risposta in plenaria a Strasburgo è proseguito con il discorso dell’europarlamentare italiana Ilaria Salis, che grazie all’elezione nelle liste della Sinistra è stata liberata dal carcere ungherese, in cui era detenuta da più di un anno con l’accusa di aver attaccato violentemente dei militanti di destra a Budapest.
“Conosco l’Ungheria dai suo luoghi più bui: dalla prigione” ha esordito Salis nel suo intervento, in inglese, dopo la presentazione di Orban. “Sono stata tenuta in custodia cautelare in condizioni difficili per 15 mesi. Grazie alla solidarietà di migliaia di antifascisti oggi mi presento di fronte a voi come una donna libera”, ha continuato rivolta all’Assemblea.
“La presidenza di turno del Consiglio Ue da parte di questo governo ungherese è altamente inappropriata” ha proseguito Salis, in maglione e jeans. “L’Europa unita è nata sulle ceneri della sconfitta del nazifascismo, come progetto di cooperazione internazionale. Ed è un po’ un paradosso avere una presidenza guidata da qualcuno il cui obiettivo è smantellare l’Ue in nome del nazionalismo”. E ancora: “L’Ungheria sotto Viktor Orban è diventata un regime illiberale e oligarchico, uno Stato etnico autoritario che alcuni addirittura chiamano una moderna tirannia. Ciò che è certo è che ora lo stato di diritto e la libertà dei media non sono garantiti, il dissenso è criminalizzato, la società civile repressa, mentre gli oligarchi leali si sono arricchiti, le disuguaglianze sociali e regionali sono peggiorate, i diritti delle minoranze sono violati e il razzismo è diventato mainstream”.
Alla fine del dibattito, Orban ha replicato a diversi interventi di eurodeputati che lo avevano criticato, in genere accusandoli di “fare propaganda”, e tra questi ha menzionato anche Ilaria Salis: “Trovo assurdo che qui al Parlamento europeo, in plenaria, dobbiamo ascoltare tutti insieme un intervento sullo stato di diritto che abbiamo sentito dall’onorevole Salis, che aveva picchiato con sbarre di ferro persone pacifiche nelle strade di Budapest. E viene qui a parlare di stato di diritto: non è assurdo?”, ha detto Orban, tra applausi e fischi.