Ad Haiti le gang riescono ad attirare sempre più bambini. Spinti dalla fame e dalla povertà, che nello Stato caraibico ormai sono un’emergenza quotidiana, vengono introdotti a un’esistenza fatta di crimini e abusi sessuali.
Secondo quanto emerge da un rapporto pubblicato ieri da Human Rights Watch, un’organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, centinaia se non addirittura migliaia di minori si sarebbero uniti alle bande negli ultimi mesi.
Il caos politico e i recenti drammatici avvenimenti mostrano che la stabilità nel Paese è ancora lontana. La scorsa settimana a Pont-Sondé, una località a circa 64 chilometri dalla capitale Port-au-Prince, l’attacco di una gang ha causato 115 morti fra cui tre minori. Myriam Fièvre, sindaca della vicina città di Saint-Marc, ha dichiarato alla stampa che il bilancio dell’attacco è destinato ancora a salire, poiché le autorità non sono ancora riuscite ad accedere ad alcune aree della cittadina.
L’indagine di HRW determina che il reclutamento dei minori da parte delle bande avviene in risposta alle operazioni della polizia e della Missione multinazionale di supporto alla sicurezza, sostenuta dalle Nazioni Unite e guidata dal contingente Keniota.
Spesso unirsi ai criminali, che ancora controllano circa l’80% di Port-au-Prince, è l’unica opzione che i piccoli hanno per ottenere del cibo e un riparo. L’ONU ha stimato che ad Haiti almeno 125.000 minori soffrono la fame acuta.
Quasi un terzo dei membri delle gang adesso sono bambini talvolta reclutati tramite le piattaforme di social media, come TikTok. Vengono utilizzati per fare commissioni, ottenere informazioni sull’attività della polizia e per trasportare armi. Spesso coinvolti in crimini più gravi, come rapimenti e omicidi, in cambio di soldi che saranno usati per sostenere le famiglie che affrontano la povertà.
A causa della spirale di violenza, l’amministrazione Biden ha deciso di estendere lo status di protezione temporanea agli haitiani residenti in America fino al 2025. Mentre l’ex presidente Donald Trump ha promesso, in caso di rielezione, di attuare rimpatri su larga scala, senza distinzioni di nazionalità.
HRW oltre a chiedere ulteriori aiuti internazionali, nel suo rapporto, invita il governo di transizione del Paese, insediatosi ad aprile, a dare priorità alle iniziative per proteggere i più vulnerabili.