Il presidente Joe Biden è in visita in due dei sei Stati colpiti da Helene, l’uragano che nel fine settimana ha causato 180 morti e danni ingentissimi alle infrastrutture e alle abitazioni. Centinaia di persone risultano “disperse” perché le strade sono impraticabili, la rete elettrica è fuori combattimento, così come i ripetitori per i cellulari. “Mancano all’appello circa 600 persone – ha affermato Liz Sherwood-Randall, la consigliera della Casa Bianca per la sicurezza interna. – Sappiamo solo che ci sono 600 persone che non si trovano”.
La prima tappa del capo della Casa Bianca è stata Greenville, in South Carolina, dove in elicottero ha sorvolato le aree più danneggiate. Poi a Raleigh, in North Carolina.
Prima di lasciare Washington, Biden aveva approvato il dispiegamento di un migliaio di soldati per velocizzare consegne di acqua e cibo alla popolazione, in aggiunta ai militari della Guardia Nazionale in North Carolina attualmente già sul luogo.
Kamala Harris, invece, è ad Augusta, in Georgia, dove lunedì era andato Donald Trump. Sia la Georgia che la North Carolina sono due degli Stati incerti nelle elezioni di novembre.
To the dedicated first responders, state and local officials, and federal personnel who are working around the clock in the wake of Hurricane Helene: Thank you.
Thank you for all you do to provide resources and support to those impacted. You represent the best of our nation. pic.twitter.com/xPFeFeYgP6
— Vice President Kamala Harris (@VP) October 2, 2024
Le operazioni di soccorso proseguono nella zona occidentale della North Carolina con 92 squadre che lavoravano a terra. La zona più colpita, tra le città di Asheville e Boone, è stata sommersa dal fango. Gli elicotteri hanno fornito supporto aereo mentre i soccorritori si sono fatti strada nel fango profondo. In quest’area sono caduti più di 25 pollici di pioggia. I fiumi e i torrenti sono straripati. La zona è molto rurale, un deserto verde di conifere e querce, con poche strade. Le immagini mostrate dalle televisioni di Asheville e Boone mostrano l’entità dei danni, con case crollate e intere aree sott’acqua.
“Abbiamo una devastazione biblica in tutta la contea”, ha detto Ryan Cole, vicedirettore dei servizi di emergenza della contea di Buncombe, ai microfoni di CNN.
La FEMA, l’ente federale per la protezione civile, sta lavorando con funzionari statali e locali per confermare quante persone sono scomparse in seguito, ha detto l’amministratrice Deanne Criswell a Jim Acosta di CNN. Ha riferito che sono stati dispiegati più di 3.500 membri del personale della FEMA, di cui 1.200 solo in North Carolina, per aiutare nelle operazioni di ricerca, soccorso e recupero. “Mentre valutiamo i danni alle infrastrutture, all’acqua, alle linee cellulari, alla rete elettrica e stradale – ha proseguito Criswell, – la capacità di ripristinare i servizi è molto complicata proprio per il modo in cui è configurata la zona dell’Appalachia. Da molti altri Stati sta arrivando personale aggiuntivo, ma riparare alcune delle strutture richiederà settimane, non giorni”. Le prime stime prevedono che Helene abbia causato danni per una cifra compresa tra 15 e 100 miliardi di dollari.
Il governatore del North Carolina, il democratico Roy Cooper, ha detto che 92 squadre di soccorso stanno conducendo operazioni di ricerca sulle montagne. “Molte case sono state spazzate via”.
La Guardia Nazionale ha tratto in salvo circa 500 persone. “Molte si erano rifugiate sui tetti delle loro abitazioni e altre erano rimaste bloccate nelle auto dal fango”, ha affermato Todd Hunt, responsabile della FEMA per la North Carolina.
Centinaia di strade rimangono chiuse per i ponti crollati, soprattutto nelle Caroline, ostacolando la consegna di rifornimenti. Le aree sono così inaccessibili che i rifornimenti vengono consegnati tramite muli e via elicottero. Centinaia di migliaia di abitazioni sono senza elettricità e l’ente di gestione della corrente elettrica, PowerOutage.us, ha detto che “gran parte della rete elettrica… è stata semplicemente spazzata via”.
A Erwin, nel confinante Stato del Tennessee, 11 dipendenti di una fabbrica di materie plastiche, sono morti, spazzati via travolti dall’acqua del fiume Nolichucky che ha travasato gli argini di una diga. Agli operai della Impact Plastics non era stato concesso in tempo il permesso per lasciare l’azienda. Due operai che si sono messi in salvo hanno affermato di non essere stati autorizzati ad andare via fino a quando l’acqua ha invaso il parcheggio e la corrente è andata via. A questo punto l’impianto ha chiuso e ha mandato a casa i lavoratori. Undici di loro sono stati travolti dall’acqua mente lasciavano la fabbrica. Altri quattro sono dispersi. È stata aperta una inchiesta per stabilire se i dirigenti dell’azienda non abbiano rispettato le norme di sicurezza sul lavoro.
Il National Hurricane Center ha lanciato un nuovo allarme: dopo Helene sta arrivando Kirk, per ora “solo” tempesta tropicale. Tuttavia, secondo le previsioni, si trasformerà in un uragano di grandi dimensioni. Gli scienziati hanno scoperto che il cambiamento climatico, causato principalmente dall’inquinamento da combustibili fossili, ha esacerbato la gravità degli uragani. Le nuove scoperte sono in linea con precedenti ricerche scientifiche, che hanno dimostrato che le tempeste si stanno intensificando più rapidamente e producono più precipitazioni.