Dopo il fermo e totale sostegno di ieri, la Casa Bianca ritratta. Il presidente Joe Biden ha dichiarato che non appoggerà un’azione da parte di Israele che colpisca le centrali nucleari iraniane. Insieme ai leader del G7, riconosce il diritto di rispondere all’attacco di missili balistici, che ieri è stato scagliato su Gerusalemme e Tel Aviv, ma in modo proporzionale invitando alla moderazione. Durante una chiamata, i sette capi di Stato hanno valutato la possibilità di “una risposta coordinata e nuove sanzioni” da applicare.
Pare, invece, che il presidente israeliano Benjamin Netanyahu non si farà scrupoli: “L’attacco è un atto di guerra. Non permetteremo a nessuno di minacciare la nostra esistenza. L’Iran ha commesso un grosso errore questa sera. E lo pagherà”. Teheran, dal suo canto, ha esplicitamente ammonito Tel Aviv dal farlo. “La nostra azione è conclusa, a meno che il regime israeliano non decida di sollecitare a ulteriori ritorsioni – ha controbattuto il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi. – In questo scenario, la nostra risposta sarà più forte e potente”.
Campo comune è il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Gli ambasciatori rappresentanti dei due Paesi si sono trovati faccia a faccia in assemblea questa mattina e si sono accusati reciprocamente di essere “Stati terroristi”. Per l’israeliano Danny Danon, l’Iran deve pagare “un prezzo pesante”. L’iraniano Amir Saeed Iravani ha confermato che, se attaccato, “non esiteremo a intraprendere ulteriori azioni militari”.
L’ambizione nucleare dell’Iran è sempre stata la spada di Democle per l’Occidente e Israele, che, negli ultimi anni, ha causato l’incremento delle tensioni fra i due Stati vicini.
Gli Stati Uniti hanno contribuito ha neutralizzare i quasi 200 missili lanciati dall’Iran contro Israele. Non è ancora stato dato un bilancio delle vittime definitivo. Un uomo palestinese è stato colpito e ucciso, ci sono stati diversi feriti non gravi e soprattutto danni a case e auto per le strade di Tel Aviv e Gerusalemme.