Secondo una nota ottenuta da Bloomberg News, Elon Musk ha perso una battaglia legale per una buonuscita non pagata a un ex dipendente di Twitter che era stato licenziato quando il 53enne aveva rilevato la piattaforma di social media nel 2022.
La risoluzione della controversia, che è stata gestita tramite arbitrato, arriva quasi due anni dopo che Musk ha acquisito il social network, oggi noto col nome di X, per 44 miliardi di dollari: al tempo, il patron di Tesla licenziò più della metà del personale. La sua decisione ha scatenato più di 2.000 reclami da parte di ex dipendenti che sostenevano di aver subito una riduzione della retribuzione. La sconfitta nella causa di questi giorni potrebbe dunque costituire un precedente per le migliaia di lavoratori di Twitter che hanno presentato reclami arbitrali simili.
“L’arbitro ha assegnato l’intera liquidazione al nostro cliente”, ha dichiarato l’avvocato Shannon Liss-Riordan nella nota di lunedì, ottenuta da due ex dipendenti del social che hanno preferito rimanere anonimi, “Siamo entusiasti di questo sviluppo e ci auguriamo che preluda a ulteriori buone notizie”.
Nella nota, Liss-Riordan ha dichiarato che 15 casi hanno avuto udienze di arbitrato e si aspetta che nei prossimi due mesi vengano emesse altre sentenze. “Ci auguriamo che, se ci saranno altre sentenze, Twitter/X sia disposta a sedersi al tavolo e a negoziare un accordo per tutti”, ha scritto l’avvocato.
A luglio, Musk e la X Corp. hanno vinto una causa che sosteneva che il miliardario di Pretoria avrebbe dovuto versare almeno 500 milioni di dollari di indennità nelle “casse” di circa 6.000 dipendenti licenziati, in base alle disposizioni della legge federale Employee Retirement Income Security Act. Lo scorso agosto, invece, Twitter International, la cui sede si trova a Dublino, in Irlanda, è stata condannata a pagare un risarcimento record da 550mila euro, per aver “licenizato ingiustamente” un ex impiegato senior.
Nel frattempo, Musk sta affrontando un’altra battaglia legale in Brasile, dove la Corte Suprema ha ordinato alla piattaforma di sospendere il servizio o di pagare una multa giornaliera di oltre 900.000 dollari. La società è stata bandita il mese scorso, ma l’accesso è stato ripristinato per breve tempo, cosa che il governo brasiliano ha definito una deliberata violazione dell’ordine del tribunale. X ha difeso il ripristino come “involontario e temporaneo”.
Il giudice della Corte Suprema brasiliana Alexandre de Moraes ha condannato la società per non aver rispettato gli ordini giudiziari, in modo “illegale, persistente e intenzionale”. Il tribunale ha quindi imposto una multa giornaliera e ha ordinato all’agenzia di telecomunicazioni Anatel di garantire la sospensione della piattaforma.