Gli obiettivi della missione spaziale privata Polaris Dawn partita il 10 settembre dal Kennedy Space Center in Florida con quattro passeggeri a bordo del veicolo spaziale Crew Dragon di SpaceX, sono andati a buon fine. Il veicolo ha raggiunto l’altitudine record di oltre 1.400 chilometri e ha eseguito con successo le manovre per la prima passeggiata spaziale nella storia effettuata da privati, con l’obbiettivo di testare la nuova tuta spaziale di SpaceX.
“Obiettivo raggiunto: altezza massima a 1.400,7 chilometri” annuncia SpaceX in un post su X, Si tratta della quota più alta mai raggiunta da un equipaggio negli ultimi cinquanta anni dopo la fine del programma Apollo, che aveva superato anche il record raggiunto dalla missione Gemini 11 che nel 1966 arrivò a toccare i 1.369 chilometri di altezza. A bordo della Dragon ci sono il comandante Jared Isaacman, il miliardario finanziatore del programma Polaris, il pilota Scott Poteet e le specialiste di missione Sarah Gillis e Anna Menon, che è anche medico ufficiale.
Raggiunto il primo obiettivo, l’equipaggio si è preparato per la passeggiata spaziale, concentrandosi sulle manovre che hanno permesso al veicolo di abbassarsi lentamente e quindi di abbassare gradualmente la pressione all’interno della Crew Dragon. Poiché la navicella non dispone di una camera di decompressione, per aprirla è infatti necessario svuotarla interamente dell’aria e anche gli astronauti a bordo devono indossare le tute spaziali. È stato quindi eseguito un protocollo per minimizzare i rischi legati all’attività extraveicolare, alzando i livelli di ossigeno dentro la cabina. Si tratta di un passaggio fondamentale per eliminare l’azoto accumulato nel circolo sanguigno dei passeggeri durante il volo spaziale. Anche questa questa operazione, andata a buon fine, è stata cruciale per evitare danni alla salute dovuti alla decompressione.
Raggiunta la quota di 700 chilometri di altitudine dalla Terra, a 300 chilometri più in alto rispetto alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), la pressione nella capsula del Dragon è stata abbassata lentamente fino al livello di vuoto prima dell’apertura del portello. A quel punto, Jared Isaacman, il comandante di Polaris Dawn è uscito per primo seguito da Anna Gillis.

Una volta all’esterno, i due hanno effettuato come da protocollo, il test articolare per verificare la fluidità dei movimenti della tuta pressurizzata e le prestazioni dell’innovativo display posto sul casco. L’esperimento servirà a comprendere come le tute raffreddate ad aria, progettate da SpaceX, reagiscono alle temperature estreme dello spazio. Durante queste operazioni Isaacman e Gillis, anche se all’esterno, sono rimasti costantemente collegati alla Crew Dragon tramite cavi lunghi circa 3,5 metri, per ricevere ossigeno, energia e comunicazioni. La passeggiata spaziale si è svolta senza intoppi.
“Tornato a casa, abbiamo tutti molto lavoro da fare, ma da qui, la Terra sembra sicuramente un mondo perfetto”, ha detto Isaacman mentre si trovava nel portello della capsula SpaceX Crew Dragon.
Le missioni Polaris – questa è la prima delle tre – mirano ad accelerare i progressi tecnologici necessari per soddisfare la speranza di Elon Musk di inviare essere umani sulle future colonie di Marte.