I procuratori generali di 42 Stati americani, guidati da Letitia James di New York, hanno chiesto al Congresso di apporre delle etichette di avvertimento sui social media, a causa dei “gravi danni psicologici” che questi ultimi possono provocare agli adolescenti, tra cui “depressione, ansia e idee suicide”.
“Questo problema non si risolverà da solo e le piattaforme hanno dimostrato di non essere disposte a trovare una soluzione”, hanno dichiarato i procuratori in una lettera inviata al Congresso nella giornata di ieri. Questi ultimi chiedono di dare seguito all’invito del Surgeon General degli Stati Uniti, Vivek Murthy, lanciato a luglio, di apporre degli avvertimenti sui vari network, che mettano in guardia gli utenti.
I 42 firmatari della lettera hanno inoltre affermato: “Come procuratori generali degli Stati, a volte non siamo d’accordo su questioni importanti, ma tutti noi condividiamo la preoccupazione per la sicurezza dei ragazzi nelle nostre giurisdizioni. Le piattaforme di social media, guidate da algoritmi minacciano, la loro incolumità”. Gli Stati hanno intrapreso azioni legali contro alcune società, tra cui Meta e TikTok: tuttavia, i procuratori sostengono che bisogna fare di più per mettere in guardia i cittadini dai pericoli che le piattaforme presentano, soprattutto per i più piccoli.
James ed i suoi colleghi hanno infatti spiegato: “Oltre agli sforzi storici degli Stati, questo problema onnipresente richiede un’azione federale e un avvertimento del Surgeon General sulle piattaforme. Sebbene non sia sufficiente per affrontare l’intera portata del problema, sarebbe un passo importante per mitigare il rischio di danni ai giovani”. Mesi fa, Vivek Murthy aveva citato diversi studi che dimostrano come gli adolescenti, che sono soliti trascorrere una media di 5 ore al giorno sui social, sono costantemente esposti al rischio di finire in depressione.
“Tutti devono conoscere i pericoli legati a queste piattaforme”, ha dichiarato la procuratrice James, “La raccomandazione del Surgeon General è un primo passo importante in questa direzione e spero che le etichette di avvertimento vengano applicate rapidamente per aumentare la consapevolezza su questo tema”. Già a novembre 2023, quest’ultima aveva intentato una causa contro Meta, società proprietaria di Facebook e Instagram, sostenendo che stesse causando danni irreparabili alla salute mentale dei ragazzi.
Ora, James e colleghi sperano di portare avanti la loro battaglia, in difesa dei più giovani. Prima di vedere gli avvertimenti sui vari social, però, bisognerà attendere la decisione del Congresso.
“Un’avvertenza non solo evidenzierebbe i rischi intrinseci che le piattaforme di social media comportano-hanno concluso i procuratori-ma integrerebbe anche altri sforzi per stimolare l’attenzione, la ricerca e gli investimenti nella supervisione delle piattaforme”.