Un salvacondotto per Yahya Sinwar, leader di Hamas e principale responsabile del massacro del 7 ottobre, in cambio della liberazione di tutti gli ostaggi israeliani ancora trattenuti a Gaza.
A lanciare l’ipotesi è stato Gal Hirsch, Coordinatore israeliano per gli ostaggi e i dispersi. Il funzionario ha dichiarato che, qualora tutti i 101 ostaggi venissero restituiti, Israele potrebbe “anche essere d’accordo nel garantire un passaggio sicuro al principale terrorista, il nuovo Hitler, Sinwar, e a chiunque voglia unirsi a lui fuori da Gaza.”
Martedì, in una nuova intervista a Bloomberg, Hirsch ha reso noti altri dettagli, dichiarando ad esempio che lo Stato ebraico avrebbe già avanzato formalmente l’offerta di salvacondotto a Sinwar. “Sono pronto a fornire un passaggio sicuro a Sinwar, alla sua famiglia e a chiunque voglia unirsi a lui,” ha detto Hirsch, sottolineando che la priorità di Tel Aviv è la restituzione degli ostaggi, oltre a una “smilitarizzazione” e “de-radicalizzazione” della Striscia.
Nonostante l’offerta sia sul tavolo da circa un giorno e mezzo, Hirsch non ha rivelato quale sia stata la risposta da parte della milizia palestinese, né ha fornito dettagli su eventuali progressi nei negoziati per un cessate il fuoco.
Sinwar è ritenuto non solo il responsabile della strage del 7 ottobre, ed Israele, così come gli Stati Uniti, lo ritengono uno dei principali artefici del massacro in cui persero la vita 1.200 persone e oltre 250 furono prese in ostaggio. Una delle figure più potenti di Hamas, Sinwar ha assunto la guida del suo ufficio politico dopo l’assassinio di Ismail Haniyeh, avvenuto a Teheran poche settimane fa. Scomparso dai radar dal 7 ottobre, sembra aver trovato rifugio nel vasto sistema di tunnel sotto Gaza, sfuggendo a ogni tentativo di localizzazione. Si sospetta che si sposti frequentemente e che possa utilizzare ostaggi come scudi umani.

Nel frattempo, le tensioni nella regione non si allentano – nemmeno tra alleati. Martedì scorso, un attivista americana è stata uccisa in Cisgiordania in quello che l’esercito israeliano ha ammesso essere stato un incidente “indiretto e non intenzionale.” La vittima è la 26enne di origini turche Aysenur Ezgi Eygi, colpita alla testa mentre partecipava a una manifestazione nella città di Nablus, in Cisgiordania. Sulla vicenda è intervenuto anche il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, secondo cui “nessuno dovrebbe essere ucciso per aver partecipato a una protesta.”
La tensione continua ad aumentare anche nella Striscia di Gaza. Martedì mattina, un attacco israeliano ha colpito un campo profughi affollato nella zona di Muwasi, disegnata da Israele come zona umanitaria dove migliaia di civili si erano rifugiati per sfuggire ai combattimenti. Almeno 19 le persone morte e 60 quelle ferite, ma secondo le autorità sanitarie di Gaza il numero delle vittime potrebbe salire, mentre si continua a scavare tra le macerie per recuperare corpi e possibili sopravvissuti. Israele ha affermato che il raid mirava a eliminare tre leader di Hamas, mentre il gruppo islamista ha negato che vi fossero militanti nella zona.