Più di novanta dirigenti aziendali USA, oltre a personalità di alto profilo del mondo dello sport e della finanza a stelle e strisce, hanno dichiarato congiuntamente il proprio sostegno a Kamala Harris attraverso una lettera aperta pubblicata venerdì.
I firmatari sostengono di essersi schierati apertamente a favore della vicepresidente democratica in base a una valutazione complessiva del suo operato in campo economico e sulla convinzione che la candidata continuerà a difendere la democrazia americana.
“Kamala Harris ha dimostrato di saper promuovere misure che stimolano gli investimenti nel mercato statunitense, permettendo alle imprese americane di competere e vincere a livello globale,” si legge nella lettera, diffusa inizialmente dalla CNBC.
Tra i nomi che appoggiano la vicepresidente figurano Laurene Powell Jobs, vedova dell’ex CEO di Apple Steve Jobs, oltre ad ex amministratori delegati di colossi come Merck, Aetna, GoDaddy, Blackstone e Starbucks. A completare la lista ci sono il miliardario Mark Cuban, l’ex CEO di 21st Century Fox James Murdoch e la leggenda del basket Earvin ‘Magic’ Johnson.
La lettera sottolinea la fiducia del mondo imprenditoriale nelle capacità di Harris di attuare politiche economiche eque e prevedibili, in grado di garantire stabilità e un ambiente di business favorevole. “Continuerà a lavorare per offrire a ogni americano l’opportunità di realizzare il sogno americano,” si legge nel documento.
Negli scorsi giorni Harris ha presentato all’elettorato un piano economico ambizioso, che include la riduzione delle tasse per la maggior parte degli americani, il contrasto alle speculazioni sui prezzi alimentari, il potenziamento delle politiche abitative e l’introduzione di nuovi crediti fiscali per i figli. Tra le proposte più rilevanti figura anche un aumento dell’aliquota fiscale per le imprese, dal 21% al 28%, misura che ha ottenuto l’appoggio di importanti gruppi sindacali.
Di contro, Trump ha dichiarato, durante il suo discorso al New York Economic Club, di voler abbassare l’aliquota fiscale per le imprese al 15% e di voler affidare a Elon Musk il compito di revisionare l’intera struttura del governo di Washington. Tra le altre proposte, il candidato repubblicano ha promesso di aprire i terreni nazionali per la costruzione di alloggi su larga scala e di eliminare le regolamentazioni che ostacolano i progetti energetici attraverso la dichiarazione di un’emergenza nazionale.
Secondo una nota pubblicata in settimana da Goldman Sachs, una vittoria di Trump potrebbe portare a un calo della crescita economica il prossimo anno, soprattutto a causa dell’aumento dei dazi sulle importazioni e delle restrizioni in materia di immigrazione. Al contrario, gli analisti della banca prevedono che, con Harris alla presidenza, gli Stati Uniti potrebbero assistere a una crescita occupazionale più robusta e a un leggero incremento del PIL, trainato da maggiori investimenti e una spinta verso l’innovazione.