Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Nature e condotta da un team di studiosi provenienti da Stati Uniti, Europa e Australia, ha rilevato la presenza di numerosi virus negli animali da pelliccia negli allevamenti in Cina, molti dei quali con alto rischio di trasmissione agli esseri umani.
Tra visoni, conigli, volpi e procioni, sono stati identificati 125 virus, di cui 36 nuovi e 39 ad alto rischio di salto tra specie. Per lo studio, i ricercatori hanno analizzato i tessuti di animali impiegati nel commercio di pellicce, tutti morti di malattia, provenienti da diverse province cinesi.
Come si legge nello studio, in particolare, i ricercatori hanno identificato sette nuove specie di coronavirus, e documentato la trasmissione interspecie da cane a procione di un nuovo coronavirus che colpisce il sistema respiratorio. Altri coronavirus sono stati rilevati nei visoni, in particolare concentrati nei tessuti polmonari. Come se non bastasse tre sottotipi di virus dell’influenza sono stati rilevati rispettivamente nei polmoni di porcellino d’India, visone e ratto muschiato.
Anche il virus dell’encefalite giapponese, che attacca il sistema nervoso centrale e l’ortoreovirus, che colpisce l’apparato gastrointestinale, è stato rilevato nelle cavie.
Alla luce di questi dati, i ricercatori sottolineano la loro preoccupazione riguardo una potenziale trasmissione dei virus da animali da allevamento ad animali selvatici, che potrebbe arrivare agli esseri umani che vi entrano in contatto.
Gli esperti spiegano che i centri di allevamenti di pellicce hanno, di fatto, un ruolo cruciale nella trasmissione e diffusione delle zoonosi virali che sono pericolose per la salute degli animali e degli umani. Per questo motivo suggeriscono una sorveglianza regolare degli allevamenti di pellicce, onde evitare nuove pandemie.