Mentre milioni di americani si allontanano dalle religioni ufficiali, altrettanti cercano rifugio nelle comunità spirituali.
L’esodo dai percorsi di fede tradizionali è comunque un fenomeno degli ultimi decenni. All’inizio degli anni ’90, la quasi totalità degli americani si identificava ancora come cristiana. Il cambiamento, guidato principalmente da giovani donne, che hanno invertito gli schemi delle generazioni passate, ha riguardato soprattutto i protestanti, il 60% dei quali evangelici.
Secondo un sondaggio del Pew Research Center, un istituto di ricerca statunitense, nel 2024 otto persone su dieci affermano che il ruolo della religione nella società è ininfluente. A dimostrarlo è anche la Southern Baptist Convention, che ha confermato di aver perso dal 2006 oltre 3 milioni di membri. Sarebbero complessivamente circa 40 milioni gli americani che hanno smesso di frequentare le chiese negli ultimi 25 anni.
Coloro che decidono di allontanarsi dalla religione convenzionale talvolta criticano gli sfarzi dei servizi come “performativi” e faticano a conciliare gli insegnamenti con i valori personali, come i diritti riproduttivi o l’inclusione della comunità LGBTQ.
Tuttavia, seppure allontanandosi dalla fede originaria, sono in tanti quelli che desiderano mantenere legami spirituali e si rifugiano in altri santuari, luoghi di incontro fisici o virtuali. Le proposte sono molteplici seppure difficili da tracciare.
Il Post Evangelical Collective, che ha sedi in 14 città degli Stati Uniti, promette di unire le persone “che si trovino estranee alle espressioni dominanti del cristianesimo americano”. Current Collective, una comunità di Carlsbad, in California, si descrive invece come “radicata nella tradizione mistica cristiana” con una teologia priva di dogmi. Sul suo sito web si legge: “Alla fine crediamo che il nostro vivere e il nostro essere siano molto più importanti delle nostre dichiarazioni di fede”. Altri gruppi sono nati sulla scia di Sunday Assembly USA, una rete laica con sede a Londra, che ha adesso filiali anche in 13 città americane. Il movimento è famoso per la “celebrazione della vita”, inizialmente aveva cavalcato le crescenti onde dell’ateismo, ma ora accoglie una vasta gamma di credenze.
“Il campo organizzativo post-religioso è molto vario e fluido”, ha dichiarato Christian Smith, professore di sociologia all’Università di Notre Dame in Indiana. “Queste comunità piacciono perché lasciano gli insegnamenti aperti a continui cambiamenti, senza forzature”.
A Mableton, in Georgia, a Nord-Ovest di Atlanta, la Vinings Lake Church è germogliata dai resti di Vinings Lake Baptist, una congregazione sorta 40 anni fa il cui numero di praticanti era diminuito al punto che faticavano a pagare le bollette. I pastori si preparavano a chiudere le porte e a vendere l’edificio quando è subentrato Cody Deese, l’attuale fondatore.
Molte degli adepti giunti a Wakenings, a Houston, hanno messo in discussione il tipo di cristianesimo con cui sono cresciuti, i loro ideali di giustizia sociale sono in contrasto con la teologia che è stata loro prescritta. La comunità, nata 19 anni fa, ha circa 40 praticanti e si basa su concetti di inclusività e tolleranza. Le riunioni si svolgono on online, con un incontro in presenza una volta al mese. Ogni sessione ruota attorno a una domanda diversa, seguita da un breve momento di meditazione.
Quando le persone sentono la parola “chiesa”, di solito visualizzano il dogma e la religione organizzata, ha raccontato Lake Haber, pastore alla Aldea Spiritual Community, di Tucson. “Non abbiamo convinzioni alle quali si debba appartenere – ha aggiunto. – Il desiderio di comunità è un desiderio umano che trascende la cultura e la religione, e stiamo cercando di ritornare a questo. Tutti noi vogliamo avere vicini esseri con cui camminare quando festeggiamo o quando viviamo un lutto”.
L’ex Chiesa evangelica ha sperimentato una trasformazione teologica graduale che ha portato alla nascita nel 2006 di una comunità orientata alla giustizia sociale, che abbraccia molteplici tradizioni spirituali e accoglie “individui di diversi cammini”.
Danny Prada, fondatore della Heartway Church a Davie, in Florida, desidera invece che le persone si pongano “grandi domande”. “Non offro alcun tipo di certezza a chi mi ascolta, dico loro che è solo il mio punto di vista”. Heartway, divenuta ciò che Prada chiama “una comunità contemplativa incentrata sull’amore”, è focalizzata sugli insegnamenti di Cristo, ma rimane aperta ad altri modi in cui Dio parla all’umanità”. Il risultato è una “società interreligiosa” con relatori che hanno incluso leader ebrei, musulmani, buddisti e rappresentanti di varie denominazioni cristiane. Oltre agli incontri domenicali e alle meditazioni, i membri si impegnano nello “yoga cristiano” o in sessioni terapeutiche di guarigione del suono. Gli insegnamenti di Prada incorporano testi buddisti, sufi, indù, zen, o di psicologia e scienza.
A Grand Haven, a Ovest di Grand Rapids, sulle rive del lago Michigan, il Christ Community Church, C3, “appare come un esperimento in corso”. Gli incontri che vengono costruiti attorno a un argomento presentato dal gruppo o da un ospite si concludono sempre con discussioni comunitarie.