“Sia un luogo per ragazze e giovani donne”. I dirigenti dello Sweet Briar College in Virginia, per impedire le iscrizioni alle ragazze transgender si appellano a questa frase scritta dalla fondatrice, Indiana Fletcher Williams, alla sua morte avvenuta nel 1900.
La scuola femminile privata, di arti liberali, per contrastare le critiche che l’hanno raggiunta ha diramato una nota alla comunità universitaria in cui precisa: “le parole devono essere interpretate proprio come sono state intese al momento in cui è stato scritto il testamento”.
Mary Pope Hutson, la presidente del consiglio di amministrazione del College, ha sottolineato: “Lo Sweet Briar ritiene che l’educazione rivolta allo stesso sesso non sia solo la nostra tradizione, ma anche una risorsa culturale e sociale unica”.
La nuova politica prevede che al momento delle iscrizioni venga “confermato che il genere assegnato alla nascita sia quello femminile e che il soggetto si identifichi costantemente come tale”.
L’istituto che aveva già rischiato la chiusura nel 2015, a causa di dissesti finanziari, era riuscito a salvarsi dopo molteplici cause legali, lunghe trattative e la raccolta di milioni di dollari da parte delle iscritte. Questa presa di posizione ora potrebbe creare gravi ripercussioni, molte studentesse infatti hanno dichiarato di voler prendere le distanze dalle nuove linee guida.
Dal lascito testamentario di Williams emergeva anche che la scuola doveva essere un luogo “per l’educazione di ragazze bianche” ma il college dopo il Civil Rights Act del 1964, la legge federale che dichiarò illegali le disparità di registrazione nelle elezioni e la segregazione razziale nelle scuole e sui luoghi di lavoro, iniziò ad accogliere pure le allieve di colore.
Alcuni giorni fa l’Associazione Studentesca dell’ateneo ha dichiarato che la nuova politica è “alienante, inutile e riflette l’aumento della transfobia nel paese”.
La sua presidente Isabella Paul, che si identifica come non binaria, ha sottolineato che almeno il 10% delle allieve usa pronomi diversi e non rientrerebbe quindi nella descrizione della politica applicata.
Sweet Briar ha circa 460 studentesse, note come Vixens, è sorta nel 1901 nella tenuta di Williams, un’ex piantagione alle pendici delle Blue Ridge Mountains ed è una delle 30 scuole della Women’s College Coalition, un’associazione che racchiude college e università femminili, pubbliche e private, affiliate religiosamente e laiche. Negli anni ’60 in America ve erano oltre 200.
Le politiche di ammissione nei campus universitari privati sono esenti dal Titolo IX, la legge del 1972 che vieta la discriminazione sessuale nell’istruzione. Tuttavia come evidenziato dall’avvocato Nicholas Hite del gruppo di difesa per i diritti LGBTQ+, Lambda Legal, la Sweet Briar potrebbe incorrere in cause private intentate dalle studenti attuali.
I college femminili negli Stati Uniti hanno iniziato ad ammettere le donne transgender circa 10 anni fa, tra i primi a includerle vi sono stati il Mount Holyoke College in Massachusetts e lo Spelman College, una scuola storicamente riservata a studenti di colore ad Atlanta.
“Molti vogliono che Sweet Briar rimanga un luogo in cui le donne possono prosperare, ha ribadito Hutson, credono che una politica più ampia sia un pendio scivoloso”.