Secondo il recente report dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie statunitensi (C.D.C.) questa estate, ovvero la quinta da quando esiste la pandemia di Covid, i casi sono in aumento e si registrano livelli “alti” o addirittura “molto alti” del virus nelle acque reflue in quasi tutti gli Stati del Paese. Quest’ultimo è un segnale evidente di come il virus sia ancora ampiamente in circolazione.
Ulteriori dati raccolti dai Centri inoltre sottolineano che il tasso di ricoveri di pazienti malati di Covid è quasi il doppio rispetto a quello registrato la scorsa estate. Per quanto riguarda i dati sui decessi, nonostante siano in calo di quasi il 75% rispetto al momento peggiore della pandemia verificatosi nel 2020, sono comunque raddoppiati rispetto a questa primavera.
Intanto, come si legge nel documento ufficiale e pubblicato dai C.D.C. sulle strategie di prevenzione, gli epidemiologi raccomandano di proteggersi con le mascherine, in particolare per coloro che trascorrono del tempo con persone anziane o immunocompromesse. Raccomandano ancora di rimanere a casa per un paio di giorni se si è stati a contatto con chi ha contratto il virus e di vaccinarsi con i vaccini aggiornati e appena autorizzati dalla FDA.
Secondo gli esperti l’atteggiamento poco preoccupato di molte persone riguardo al Covid è dovuto al fatto che si registrano meno ricoveri e decessi, dati che vengono percepiti come segni di aumento dell’immunità.
Nonostante ciò le linee guida aggiornate dei C.D.C. includono il Covid nella guida di raccomandazioni per le infezioni respiratorie, istruendo le persone con sintomi di Covid, RSV o influenza a rimanere a casa per 24 ore nel caso in cui abbiano febbre.
Gli epidemiologi sostengono inoltre che per i gruppi più vulnerabili come gli anziani, i malati o chi abbia un sistema immunitario debole, il coronavirus presenterà sempre un rischio maggiore di infezione grave e persino di morte. Inoltre non bisogna sottovalutare i casi di Long Covid che ha colpito circa 400 milioni di persone in tutto il mondo, e che, secondo i dati raccolti dai ricercatori, non sono ancora guarite.
La scorsa primavera, secondo un sondaggio Gallup una piattaforma che elabora statistiche e si occupa di analizzare i dati offrendo consulenza alle aziende, circa il 59 % degli intervistati sul Covid ha dichiarato di credere che la pandemia fosse “finita” negli Stati Uniti, e la percentuale di persone che ha detto di sentirsi preoccupata di contrarre il virus è scesa vertiginosamente per ben due anni consecutivi.
Michael Osterholm, direttore del Center for Infectious Disease Research and Policy dell’Università del Minnesota, ha affermato che “tale comportamento può essere attribuito alla stanchezza delle persone nei confronti del virus e dello stress che comporta ma soprattutto alla confusione che deriva dal fatto che il virus continua a circolare attraverso varianti diventando imprevedibile”.
Questi fattori – continua Osterholm – indicano che a livello sociale il virus è percepito da molti come “incomprensibile nella sua continua evoluzione e si muove nel contesto di una psicologia collettiva sempre pronta a reagire e ad andare avanti”.
Tuttavia, come si legge sul sito web dei C.D.C. a proposito delle linee guida sul COVID-19 aggiornate: “L’annuncio riflette i progressi che abbiamo fatto nella protezione contro le malattie gravi da COVID-19”, scrive il direttore dei CDC Dr. Mandy Cohen, e aggiunge: “Nonostante ciò, dobbiamo ancora usare le soluzioni di buon senso che come abbiamo avuto modo di vedere si sono dimostrate valide per proteggere noi stessi e gli altri da gravi malattie da virus respiratori, tra cui la vaccinazione, il trattamento, le pratiche igieniche e lo stare a casa quando ci ammaliamo”.