Dopo la sospensione della propria campagna elettorale, in qualità di candidato indipendente alla casa Bianca, ed il conseguente endorsment conferito a Donald Trump, a Robert F. Kennedy Jr. è stata revocata la protezione dei servizi segreti, come da prassi.
Nelle dichiarazioni rilasciate venerdì a Phoenix, Kennedy ha detto di aver appoggiato il tycoon perché non vedeva alcuna strada percorribile per la Casa Bianca. E sebbene abbia specificato che non avrebbe “terminato” la sua campagna, rimanendo sulla scheda elettorale in alcuni Stati non competitivi, si è impegnato a rimuovere il suo nome dagli Stati in cui potrebbe giocare il ruolo di “terzo incomodo”, sottraendo voti al candidato del GOP.
RFK era in lizza in più di 20 Stati quando ha sospeso la sua candidatura alla Casa Bianca. Il Presidente Biden aveva ordinato ai servizi segreti di proteggere l’avvocato di Washington dopo l’attentato contro Trump a luglio. Lo staff elettorale dell’indipendente aveva richiesto da tempo la protezione per il settantenne, il cui padre e lo zio, il presidente JFK, furono brutalmente assassinati negli anni Sessanta.
I Servizi Segreti sono tenuti per legge a difenderei principali candidati presidenziali e le loro consorti entro 120 giorni dalle elezioni politiche. Altri candidati, invece possono essere protetti in base alle necessità del momento.
Domenica, RFK ha affermato di essere un grande sostenitore di alcuni temi promossi dalla campagna di Trump, tra cui la fine della guerra in Ucraina, la lotta alla censura ed il miglioramento della salute dei bambini americani.
“Questo è solo l’inizio”, ha scritto su X l’ormai ex candidato indipendente, “Aspettate di vedere le altre aggiunte del presidente Trump al suo governo di unità”.