Si infiamma sempre più la battaglia per le elezioni in Georgia. Lunedì, i democratici hanno deciso di portare in tribunale il Consiglio Elettorale dello Stato, accusandolo di aver varato misure che potrebbero destabilizzare il processo di certificazione dei risultati elettorali.
La causa – che gode del sostegno della campagna presidenziale di Kamala Harris – è esplosa dopo che il Consiglio Elettorale ha votato a favore di due nuove norme che conferiscono agli ufficiali elettorali locali ampi poteri per condurre indagini sulle elezioni prima della certificazione e richiedono la consegna di tutta la documentazione elettorale prima della certificazione stessa.
I democratici credono che i regolamenti diano l’impressione che gli ufficiali locali abbiano un potere discrezionale e illimitato nella certificazione dei risultati – creando un’incertezza sostanziale nel processo post-elettorale e, se interpretate secondo le intenzioni dei loro estensori, ritardare notevolmente la certificazione dei risultati.
Durante le riunioni in cui sono state adottate le nuove norme, diversi ufficiali elettorali locali hanno sollevato preoccupazioni riguardo alle difficoltà e ai costi aggiuntivi che i regolamenti potrebbero comportare. Brad Raffensperger, Segretario di Stato Repubblicano, ha duramente criticato il consiglio, sostenendo che le modifiche dell’ultimo minuto minano la fiducia pubblica nel processo elettorale e compromettono la sua integrità.
La causa intentata dai dem chiede esplicitamente al tribunale di stabilire che la certificazione dei risultati sia obbligatoria e non possa essere ritardata da ufficiali elettorali che facciano i “pitbull di Trump” (come li hanno definiti alcuni progressisti). Inoltre, si richiede che le dispute su presunti irregolarità o frodi siano risolte dai tribunali e non dai consigli elettorali locali.