Continuano a emergere nuovi particolari circa gli attacchi al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e circa gli errori commessi dal Secret Service in quell’occasione. Un rapporto dell’ispettore generale della Sicurezza Nazionale, recentemente pubblicato, racconta, ad esempio, di come il veicolo che avrebbe dovuto garantire la fuga dell’ex vicepresidente Mike Pence abbia lasciato la sua postazione senza un’autorizzazione esplicita, mentre la situazione a Capitol Hill diventava sempre più violenta.
Il rapporto descrive anche come gli agenti del Secret Service abbiano perso i contatti tra loro, con le radio e i cellulari che avevano smesso di funzionare e come la squadra di rilevamento degli esplosivi non sia stata dispiegata quando la vicepresidente eletta Kamala Harris è stata erroneamente fatta passare davanti a un tubo bomba, poco prima dell’inizio della rivolta.
L’indagine ha anche rivelato che il Secret Service aveva ricevuto informazioni dall’FBI e dal Servizio di Ispezione Postale degli Stati Uniti prima del 6 gennaio: questi ultimi, avevano allertato l’intelligence, affermando che avrebbero potuto verificarsi disordini in prossimità di Capitol Hill.
Non era stato rivelato, inoltre, che per quasi 12 minuti tra l’irruzione e il trasferimento di Pence, solo tre persone erano a guardia della scala predisposta perla fuga: l’agente del sito, il supervisore e un agente dell’USCP. Il rapporto stima che l’ex vicepresidente sia rimasto senza auto per circa mezz’ora, mentre i manifestanti erano sulle sue tracce.

L’indagine ha messo in luce anche problemi riguardanti gli strumenti più elementari che il Secret Service utilizza per garantire la sicurezza dei loro protetti, tra cui le carenze nelle comunicazioni radio. Queste ultime sono state citate come motivo per cui l’autista del veicolo di Pence ha lasciato il Campidoglio, per dirigersi verso le vicine banchine di carico, senza che la scorta che sorvegliava il vice di Trump sapesse immediatamente dove si trovasse la vettura.
Il rapporto, più in generale, descrive un approccio lassista nella pianificazione dei servizi segreti per l’evento del 6 gennaio a Capitol Hill, dove Pence si stava recando per certificare i risultati delle elezioni del 2020. Anche se l’intelligence era stata avvertita circa la possibilità di eventuali episodi violenti, gli agenti si sono affidati ai loro piani di sicurezza standard.
L’atteggiamento degli agenti del Secret Service avrebbe inoltre messo in pericolo anche la vicepresidente eletta, Kamala Harris. Quest’ultima è stata infatti portata a meno di 6 metri da un tubo bomba durante una visita al quartier generale del Comitato nazionale democratico. L’ordigno non era stato individuato, poiché non erano state eseguite le normali procedure di perlustrazione del luogo.