L’ennesima storia alquanto bizzarra riguardante Robert F. Kennedy Jr., raccontata per la prima volta nel 2012 dalla figlia Kick, è diventata virale nel corso dell’ultimo weekend. Diversi anni fa, più precisamente nel 1994, l’avvocato settantenne venne a sapere che una balena morta si era arenata presso la spiaggia di Hyannis Port, nel Massachusetts.
L’ormai ex candidato delle elezioni 2024, si precipitò sul posto, in compagnia della figlia, che al tempo aveva solo 6 anni. Una volta giunti presso la spiaggia, Kennedy tagliò la testa della balena con una motosega, la fissò all’interno del suo minivan con delle corde e guidò per quasi circa 5 ore in direzione New York, dove avrebbe poi studiato i resti dell’animale.
“Ogni volta che acceleravamo in autostrada, il sangue della balena si riversava sui finestrini dell’auto, ed era la cosa più disgustosa del pianeta”, ha ricordato Kick, “Avevamo tutti dei sacchetti di plastica in testa con i buchi per la bocca, e la gente in autostrada ci faceva il dito medio, ma per noi erano cose normali, quotidiane”.
Non è la prima volta che RFK Jr. finisce al centro di vicende di questo tipo. Solo all’inizio del mese, lui stesso aveva raccontato di come anni fa aveva trasportato il cadavere di un orso a Central Park: il suo intento era quello di fare uno scherzo ai passanti ed ai frequentatori della più nota area verde della Grande Mela.
Nel corso dell’intervista del 2012, Kick Kennedy parlò anche della propria prozia, sua omonima, Kathleen Kennedy Cavendish, sorella del presidente JFK. Quest’ultima sorprese la sua famiglia, di origine cattolica, sposando un anglicano, prima di morire in un incedente aereo nel 1948. “Ho sempre pensato che io e papà fossimo la stessa persona, ma qualche anno fa sono rimasta affascinato da Kick, ed è strano quanto siamo simili”, spiegò al tempo la figlia di RKF Jr., “Era divertente, socievole. Naturalmente, non credo che i miei genitori chiamerebbero la mia morte “punizione divina”. Beh, magari se fossi diventata repubblicana”.
Parole che oggi fanno quasi sorridere, visto che Kennedy ha affermato che sosterrà proprio il candidato del GOP, Donald Trump, nel corso delle ormai imminenti elezioni.
Negli ultimi tempi, Kick Kennedy è finita anche al centro di diversi gossip. La donna, infatti, è stata vista più volte a Los Angeles in compagnia della star del cinema Ben Affleck. Tuttavia, secondo i principali tabloid, al momento la natura della loro relazione “rimane poco chiara”.
Ma non è l’unica novità sul passato di Robert Junior. Sull’Atlantic Monthly, un lungo pezzo da poco uscito dell’autore e giornalista Kurt Andersen lo accusa di avergli spacciato droga a Harvard e afferma che Kennedy fu “eroinomane dai 15 ai 29 anni”, smettendo solo dopo essere stato arrestato dopo un’overdose in un volo dal Minnesota alle Black Hills”. Non solo consumo personale però. “Nel mio primo anno a Harvard avevo provato la cocaina e mi è piaciuta” scrive Andersen, parlando del 1972. “Un amico mi ha indicato un nostro compagno di classe che ne vendeva. Lo spacciatore era Bobby Kennedy. Non lo conoscevo ma mi ha detto certo, vieni nel mio dormitorio. Il suo compagno di stanza era il futuro giornalista Peter Kaplan, che è rimasto mio amico, e amico di Kennedy, tutta la vita. Se ne andò mentre arrivavo; mi chiesi se lo faceva sempre quando Kennedy riceveva clienti”.
L’aneddoto è gustoso: nella stanza c’era anche un altro Kennedy, Joseph II, di due anni più grande del fratello (in futuro parlamentare in Massachussets per sei mandati). Andersen testò la cocaina e ne comprò per 40 dollari. “Erano un sacco di soldi ma comprare cocaina da un Kennedy accompagnato da un altro Kennedy mi sembrava un momento glamour degno del prezzo”. Solo che senza pensarci, Andersen si portò dietro la cannuccia di plastica lunga pochi centimetri che Bobby gli aveva allungato. Poco dopo ricevette una telefonata: Kennedy rivoleva la cannuccia, perché “ci sono dei cristalli, dentro, che stanno crescendo“. Una teoria degna dei complotti antivaccini Covid che Bobby Kennedy avrebbe sposato più tardi. “Gliela riportai, e fu l’ultima volta che comprai cocaina”.