Cinque anni per avere un verdetto. In Arizona, il giudice della Corte Suprema statale Bruce Cohen ha deciso che il processo agli alleati di Donald Trump, accusati di aver tentato di falsificare il risultato dello Stato nelle elezioni del 2020, comincerà il 5 gennaio 2026. “Un obiettivo mobile”, così il magistrato ha definito la data di inizio, visto che lo Stato ha chiesto di anticipare a maggio o giugno 2025.
Diversi dei sedici imputati totali si sono presentati all’udienza predibattimentale di lunedì: l’avvocato John Eastman, l’ex capo dello staff della Casa Bianca Mark Meadows, l’ex legale di Trump Rudy Giuliani, l’avvocata della RNC per l’integrità elettorale Christina Bobb e una serie di repubblicani dell’Arizona arruolati come falsi elettori.
Lo scorso aprile diciotto persone erano state accusate di frode, falsificazione, modifica di voti “con mezzi corrotti o indotti”, manomissione di documenti pubblici e presentazione di strumenti falsi per il deposito. L’ex avvocata di avvocata di Trump Jenna Ellis e Loraine Pellegrino, arruolata come falsa elettrice, sono riuscite a patteggiare con i pubblici ministeri e ad archiviare il caso. Degli altri sedici, la maggior parte si è dichiarata non colpevole.
Donald Trump non è fra gli imputati perché, secondo un documento pubblicato a inizio agosto da parte dei procuratori dell’Arizona, non ci sarebbero abbastanza prove contro di lui “al momento”. Tuttavia, non è escluso un suo coinvolgimento nel futuro, dato che le indagini non si sono ancora concluse del tutto.