A circa due ore da New York, immersa nelle Catskills settentrionali, una piccola località accoglie lettori da tutto il mondo.
Hobart ha circa 400 residenti, ma milioni sono quelli che si affacciano dagli scaffali delle sue librerie. In questo “villaggio del libro” in un breve isolato se ne possono contare almeno sette e altrettante sono situate nelle vicinanze.
Don Dales un imprenditore locale, nel 2005, acquistò diversi edifici su Main Street, una delle arterie principali della città, dove nello stesso periodo vi si trasferì una coppia di Manhattan che aprì il William H. Adams’ Antiquarian Bookstore. “Ho pensato l’unione fa la forza – ha raccontato Dales. – Così ho iniziato a trasformare gli immobili in librerie”.
Seppure abbia tratto ispirazione da Hay-on-Wye, un borgo posto sul fiume Wye in Galles, che dal 1961 è diventato una destinazione di fama mondiale per i bibliofili, Dales ha dichiarato di non averlo mai visitato.
Quando Kathy Duyer è andata in pensione e si è trasferita a Hobart con il marito acquistava romanzi per passione. “Per circa due anni, siamo stati assidui clienti”, ha sottolineato la donna.
In seguito i coniugi hanno deciso di aprire due piccoli negozi: il Creative Corner Books, che vende libri di cucina e artigianato; e il New York Books and Ephemera, specializzato sulla Grande Mela. “Cerchiamo di non sovrapporci su ciò che proponiamo – ha chiosato Duyer, – in modo che ci sia qualcosa di diverso in ogni locale”.
Nel villaggio vi sono, inoltre, una libreria specializzata in racconti del mistero, Quarry Books, una biblioteca dedicata esclusivamente ai bambini, The Book Nook, e un negozio che offre guide per viaggi di nicchia, More Good Books.
I vecchi libri hanno fatto rinascere Hobart che era considerata solo un riferimento agricolo per la comunità circostante. Scrittori e lettori ora fanno veri e propri pellegrinaggi nella cittadina per l’atmosfera culturale che si respira e per il suo Festival annuale delle Scrittici.
I proprietari delle librerie che hanno scelto di dedicarsi a questo nuovo capitolo della loro vita non lo hanno fatto certo per arricchirsi: quasi tutti i volumi sono infatti usati.
Dales pensa comunque ci sia ancora spazio per espandersi: “Alla gente piacciono i libri, piace vederli sugli scaffali e magari ricordare di averli letti. Poi una casa senza libri è noiosa, a meno che non ci sia un gatto”.