Il 10 settembre, nelle sale del National Constitution Center, il Museo che Filadelfia ha dedicato alla Costituzione, Kamala Harris e Donald Trump terranno il loro primo dibattito. Sebbene i dibattiti presidenziali – ma anche quelli fra governatori, senatori e deputati – siano parte strutturale delle campagne elettorali, sono una invenzione abbastanza recente. Non esistevano prima del 1960, e da allora hanno avuto vita talvolta contrastata.
Alcuni però si sono distinti per la loro importanza:
1960: Il primo dibattito presidenziale, tra John Kennedy e Richard Nixon si tenne il 26 settembre nello studio della CBS a Chicago, Illinois. Ebbe un grande peso sulle elezioni perché il giovane senatore del Massachusetts apparve molto più composto, sicuro di sé ed elegante che non il vicepresidente Nixon, che cominciò a sudare e sembrava a disagio. Nixon fu sconfitto a novembre, ma fece tesoro di questa esperienza. Quando divenne presidente e gli fu chiesto di fare un dibattito contro lo sfidante Hubert Humphrey nel 1968 e poi nel 1972 contro George McGovern, rifiutò entrambe le volte, e per 16 anni non si tennero dibattiti.
1976: I dibattiti ripresero il 23 settembre 1976, a Philadelphia, in Pennsylvania, fra il presidente in carica Gerald Ford e lo sfidante Jimmy Carter. E’ passato alla storia per una gaffe di Ford, che affermò – nel pieno della Guerra Fredda – che non esisteva una dominazione sovietica nell’Europa dell’Est, affermazione che contribuì ad affossare la sua campagna elettorale.
1980: Ronald Reagan ebbe la meglio sul presidente Jimmy Carter nel dibattito a Cleveland, nell’Ohio, perché mantenne un tono gioviale, ottimista, contro il tono serio e alle volte greve di Carter. Sono rimaste nei libri di storia politica le frasi di Reagan: “There you go again” (Ecco, ci risiamo) davanti ad ogni critica di Carter, e “State meglio oggi di quattro anni fa?”.
1984: A Kansas City, nel Missouri, Reagan si scontrò con lo sfidante democratico Walter Mondale. Reagan correva per il secondo mandato e aveva 73 anni, ma affrontò di petto le preoccupazioni sulla sua età con una battuta umoristica rimasta memorabile: “Non farò dell’età un problema di questa campagna. Non sfrutterò a fini politici la giovinezza e l’inesperienza del mio avversario”. In realtà solo anni dopo si è saputo che Reagan stava già dando piccoli segni di dimenticanza, che diventarono Alzheimer conclamata prima della fine del secondo mandato.
2000: George Bush e Al Gore tennero il loro primo dibattito alla University of Massachusetts a Boston. Fu un esempio di come alle volte il comportamento sul palco ha più peso di quel che si dice. Il vicepresidente Gore sospirò ripetutamente e visibilmente mentre Bush parlava, in segno di impazienza e disapprovazione, dando l’impressione che si considerasse superiore. Gore era in effetti più preparato ma il suo comportamento contribuì a creare un’immagine di arroganza, che offuscò il contenuto delle sue argomentazioni.
2016: Nei due dibattiti di Donald Trump contro Hillary Clinton, alla Hofstra University a Hempstead, New York, e alla Washington University in St. Louis, Missouri, l’uomo d’affari adottò un comportamento intimidatorio e irrispettoso. Nel primo continuò a parlare oltre il tempo assegnato, interruppe continuamente, ignorò i richiami del moderatore, lanciò accuse senza fondamento contro la segretaria di Stato, continuò a insinuare che non fosse fisicamente in grado di fare la presidente. Nel secondo si mise a camminare sul palco, spesso avvicinandosi e sovrastando con la sua altezza la figura più piccola di Hillary, o piantandosi suibito dietro di lei per deconcentrarla.
2024: Il dibattito dello scorso giugno fra Donald Trump e il presidente Joe Biden resterà alla storia per aver spinto un candidato a ritirarsi dalla corsa. La performance di Biden è stata universalmente percepita come un disastro. Biden è apparso incerto, fragile, e spesso incapace di rispondere con la prontezza che ci si aspetta da un candidato in corsa per la presidenza. Meno di un mese dopo, si ritirava dalla corsa lasciando il testimone a Kamala Harris, la sua vice. Da notare che l’inadeguatezza di Biden ha permesso a Trump in quel dibattito di elencare una serie di inesattezze, alle volte vere e proprie menzogne, che sono scivolate va senza contraddittorio.