A novembre, insieme alle elezioni presidenziali, gli abitanti dell’Oregon voteranno su un reddito di base universale, che garantirebbe a tutti, anche ai bambini, un premio annuale di 1.600 dollari l’anno.
La misura 118, conosciuta anche come “Oregon Rebate”, aggiungerebbe un’imposta del 3% sulle società dello Stato una volta che queste abbiano raggiunto i 25 milioni di dollari all’anno lordi di entrate sulle vendite. Il denaro raccolto – si stimano circa 7 miliardi di dollari annui nel caso in cui venisse approvata per il 2025 – verrebbe distribuito a tutti i residenti sotto forma di assegno.
L’Oregon Rebate si differenzia così dai programmi già in vigore che prevedono un reddito di base rivolti solo a gruppi specifici, ma andrebbe a beneficio di tutte le persone senza distinzione di età o salario annuale. È stato dimostrato che chi usufruisce di queste misure riutilizza il denaro in investimenti vitali, come affitto, generi alimentari e trasporti.
In una dichiarazione congiunta del governo statale, repubblicani e democratici (che di solito sono a favore di questo tipo di misure) sostengono che questa mossa danneggerebbe l’economia. “In questi tempi difficili, tutti noi vogliamo che le famiglie lavoratrici ottengano tutte le agevolazioni possibili – si legge nel comunicato pubblicato da Business Insider. – Ma la misura 118 non è la risposta. Abbiamo serie preoccupazioni che rallenterà la crescita dei posti di lavoro e causerà tagli a servizi critici come la manutenzione delle strade, i vigili del fuoco e il recupero delle dipendenze”. Soprattutto, temono che a queste condizioni anche gli ultraricchi potrebbero beneficiare di questo denaro pur non avendone alcun bisogno.
Per quanto si oppongano, in realtà, l’approvazione e poi l’entrata in vigore dell’Oregon Rebate non dipenderà da loro, ma, a questo punto, direttamente dai cittadini, dato che verrà vagliata come misura elettorale.