Sedici Stati a guida repubblicana stanno intentando una causa per porre fine a un programma federale che potenzialmente potrebbe consegnare a circa mezzo milione di immigrati, privi di status legale, residenti nel Paese da almeno 10 anni e sposati con abitanti statunitensi, l’agognata cittadinanza.
La coalizione ha intentato una causa venerdì per fermare il programma lanciato dal presidente Joe Biden a giugno, affermando nei documenti depositati che l’amministrazione ha aggirato il Congresso per creare questo progetto per “palesi scopi politici”. L’azione legale è stata portata avanti dal Texas, Idaho, Alabama, Arkansas, Florida, Georgia, Iowa, Kansas, Louisiana, Missouri, North Dakota, Ohio, South Carolina, South Dakota, Tennessee e Wyoming.
“Questa azione incentiva l’immigrazione illegale e danneggerà irreparabilmente gli Stati querelanti”, si legge nella causa depositata presso il tribunale federale di Tyler, in Texas. In base a questa politica promossa dall’amministrazione Biden, le persone interessate possono richiedere la cosiddetta “libertà vigilata”, che offre loro il permesso di rimanere negli Stati Uniti, la possibilità di richiedere una carta verde e, infine, quella di intraprendere un percorso verso la cittadinanza.
L’iniziativa è stata criticata fin da subito dagli esponenti del GOP, che l’hanno dipinta come una sorta di amnistia per le persone che hanno violato la legge, nonché come un escamotage dei democratici per assicurarsi più voti a novembre. D’altronde, l’immigrazione resta uno ei tempi più bollenti delle elezioni 2024.
La causa intentata contro il Dipartimento di Sicurezza Nazionale, il Segretario del DHS Alejandro Mayorkas e altri funzionari dell’amministrazione Biden, accusa l’agenzia di aver tentato di rilasciare la libertà condizionata ai coniugi “in massa”, cosa che gli Stati sostengono essere un abuso di potere. I querelanti hanno anche presentato una mozione per chiedere di sospendere il programma mentre la causa prosegue.
La portavoce del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, Mayra Alejandra, ha dichiarato che l’agenzia difenderà il programma Keeping Families Together in tribunale e continuerà a elaborare le domande già presentate e ad accettarne di nuove. “L’iniziativa i questione-ha spiegato Alejandra- è fondata su un’autorità legale consolidata. Il suo scopo, consentire alle famiglie di cittadini statunitensi di vivere senza il timore di essere separate, è coerente con i valori americani fondamentali”.
“Questa causa sta cercando di costringere i cittadini statunitensi e le loro famiglie, persone che vivono negli USA da più di dieci anni, a continuare a vivere nell’ombra”, ha invece affermato un portavoce della Casa Bianca. La causa, dal canto suo, sostiene che il programma comporterà ulteriori spese per gli Stati. Il Texas, ad esempio, spende decine di milioni di dollari ogni anno per un programma che fornisce assicurazione sanitaria ai bambini, compresi quelli che si trovano nel Paese illegalmente.
Inoltre, lo Stato paga milioni di dollari “per aumentare il numero delle forze dell’ordine, mentre i suoi cittadini subiscono un aumento della criminalità, della disoccupazione, dei danni ambientali e del disordine sociale a causa dell’immigrazione illegale”.