In settimana, Neuralink, la startup di Elon Musk che si occupa di tecnologia cerebrale, ha dichiarato che il suo chip, progettato per consentire alle persone paralizzate di utilizzare dispositivi digitali pensando da soli, è stato trapiantato nel cervello di un secondo paziente, identificato come Alex.
La società ha dichiarato che l’operazione è perfettamente riuscita e che il dispositivo non ha presentato il problema legato alla ritrazione dei fili che si era verificato nel primo paziente, Noland Arbaugh, sottopostosi all’intervento lo scorso gennaio. L’azienda ha dichiarato mercoledì di aver implementato misure quali la riduzione del movimento del cervello durante l’intervento e la limitazione dello spazio tra l’impianto e la superficie del cervello stesso, per evitare problematiche simili nel secondo paziente.
L’operazione è stata effettuata lo scorso mese, presso il Barrow Neurological Institute. “E’ andata bene”, ha spiegato la società nel weekend, “Alex è stato dimesso il giorno successivo e il suo recupero è stato regolare. Grazie al Link, ha migliorato la sua capacità di giocare ai videogiochi e ha iniziato a imparare a usare il software di progettazione assistita da computer (CAD) per disegnare oggetti 3D. Questo segna un altro passo significativo verso la fornitura di un’interfaccia ad alte prestazioni che migliorerà il controllo dei dispositivi digitali per le persone affette da tetraplegia, contribuendo a ripristinare la loro autonomia”.
“L’obiettivo generale di questa fase di sperimentazione è quello di dimostrare che il chip è sicuro ed utile nella vita quotidiana”, hanno inoltre spiegato i vertici della startup di Musk. “Dal primo momento in cui Alex ha collegato il Link al computer, ha impiegato meno di 5 minuti per iniziare a controllare un cursore con la mente. Nel giro di poche ore, è stato in grado di superare la velocità e la precisione massime che aveva raggiunto con qualsiasi altra tecnologia di assistenza sul nostro compito Webgrid. Dopo la conclusione della prima sessione di ricerca, ha continuato a testare le capacità del Link in modo indipendente, utilizzandolo per giocare in prima persona al videogame Counter-Strike”.
“Sono già super impressionato dal funzionamento di questo sistema” ha invece affermato lo stesso paziente, “Prendere un’idea, trasformarla in un progetto e avere un oggetto fisico come prodotto finito mi fa sentire come se stessi di nuovo costruendo cose”. Prima della lesione al midollo spinale, lavorava come tecnico automobilistico. Da allora, ha voluto imparare a progettare oggetti in 3D, utilizzando un software di progettazione assistita da computer.
“Stiamo lavorando con Alex per aumentare la sua produttività con il Link, mappando i movimenti previsti a diversi tipi di clic del mouse- ha rivelato la società-ampliando così il numero di controlli a sua disposizione e permettendogli di passare rapidamente da una modalità all’altra nel software CAD. Ci auguriamo che col tempo il dispositivo aiuti molte persone. Siamo entusiasti di lavorare con altri pazienti, vogliamo spingerli a riconnettersi con le loro passioni”.