Negli Stati Uniti, per contrastare il sessismo nel mondo artistico, negli ultimi anni, sono sorti molti programmi che aiutano le donne.
Fra questi Anonymous Was a Woman (AWAW) che sostiene le creative statunitensi ultra 40enni. Mercoledì 21 agosto, in un annuncio congiunto con New York Foundation for the Arts (NYFA), un ente di beneficenza indipendente, sono stati resi pubblici i destinatari dei fondi del piano Environmental Art Grants (EAG) che pone l’attenzione sulle tematiche ambientali.
Diciannove progetti ideati da altrettante artiste impegnate in opere ecologiche riceveranno finanziamenti fino a 20.000 dollari per un totale complessivo di 308.000 dollari.
I vincitori sono stati scelti tra le oltre 907 proposte inoltrate e includono siti che si trovano in Ghana, Colombia, Porto Rico, Louisiana, New Mexico, Michigan e Oklahoma.
AWAW, nata nel 1996, ha finanziato dalla sua istituzione con oltre 7 milioni di dollari idee che illustravano in maniera approfondita l’etica ecologica e sociale e che esploravano l’interdipendenza e le relazioni attraverso le pratiche indigene e ancestrali.
“Mentre ci avviciniamo nuovamente al record di anno più caldo, è innegabile che il cambiamento climatico sia una crisi urgente e che sia nelle priorità delle artiste”, ha dichiarato Susan Unterberg, fondatrice di AWAW in una nota. “L’enorme risposta a questa sovvenzione è la prova che le creative sono entusiaste di affrontare le sfide pratiche ed esistenziali del nostro momento attuale, spesso in modi belli, radicali e poetici. Questi progetti sono radicati nell’attivazione delle comunità e degli individui per affrontare le numerose ingiustizie che il cambiamento climatico aggrava. Sono certa che sostenuti da questo premio potranno cambiare alcuni atteggiamenti e ispirare azioni”.
Tra i progetti selezionati vi sono: Lessons from Newtok di Katie Baldwin Basile ed Emily Schiffer, in cui i giovani delle città dell’Alaska e del Massachusetts vengono invitati a condividere gli impatti delle modifiche climatiche sulle loro comunità.
The Anti-Uranium Mapping Project di Shayla Blatchford, invece, rappresenta uno schema digitale interattivo che mostra gli effetti dell’estrazione dell’uranio sulla Nazione Navajo nel New Mexico.
Orquídea di Emily Cohen Ibañez racconta attraverso un film la storia ecologica, ma anche la carambola politica che ruota attorno alle piante delle orchidee in Colombia.
Decolonizing Blue di Leila Mattina/Trama Antillana ricreerà una tradizionale stazione di lavorazione dell’indaco – che si ottiene con l’Indigofera, una pianta le cui foglie vengono raccolte e lasciate fermentare in acqua per almeno 15 ore – per trasformarlo in un centro comunitario a Porto Rico, dove vi saranno preservate e recuperate le pratiche e gli usi tradizionali.
Infine, “Okrika” Reclaimed! di Victoria-Idongesit Udondian affronta la devastazione ambientale causata dall’industria dell’abbigliamento di seconda mano in Africa.