Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha lanciato un appello urgente per un cessate il fuoco a Gaza, sottolineando che il momento di agire è adesso. Il ministro degli Esteri dell’amministrazione Biden è arrivato ieri in Israele all’esordio del suo nono viaggio in Medio Oriente da quando è scoppiata la guerra tra Israele e Hamas lo scorso 7 ottobre.
La visita del capo-diplomatico USA avviene in un momento di rinnovato ottimismo da parte dei mediatori internazionali – ossia Stati Uniti, Egitto e Qatar – sulla possibilità di raggiungere un’intesa. Un accordo che, secondo Blinken, non solo permetterebbe di riportare a casa gli ultimi ostaggi israeliani detenuti dalla milizia islamista, ma darebbe anche sollievo alla popolazione palestinese, vittima di oltre dieci mesi di devastante assedio dello Stato ebraico.
Ma nonostante i segnali positivi, rimangono distanti le posizioni dei due belligeranti, con Hamas che ha espresso insoddisfazione per la proposta più recente, laddove Tel Aviv ha chiarito di non essere disposta a scendere a compromessi su alcune questioni fondamentali.
Durante un incontro con il presidente israeliano Isaac Herzog a Tel Aviv, domenica, Blinken ha definito il momento attuale come decisivo, e forse l’ultima occasione per raggiungere un cessate il fuoco e porre le basi per una pace e una sicurezza durature. “È il momento di assicurarsi che nessuno compia passi che potrebbero far deragliare questo processo,” ha aggiunto Blinken, in quello che è sembrato un riferimento velato all’Iran e alla vendetta militare promessa dopo l’uccisione israeliana del capo politico di Hamas Haniyeh a Teheran.
Herzog, da parte sua, ha ringraziato Blinken per il sostegno dell’amministrazione Biden a Israele, lamentando allo stesso tempo una serie di attacchi contro cittadini israeliani avvenuti nelle ultime 24 ore. “Questa è la realtà in cui viviamo oggi,” ha dichiarato Herzog. “Siamo circondati dal terrorismo e stiamo rispondendo come una nazione forte e resiliente.”
Oggi Blinken volerà in Egitto per ulteriori colloqui con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi- La missione si concluderà con i colloqui con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant.
La proposta di cessate il fuoco attualmente in discussione prevede un processo in tre fasi. Nella prima fase, Hamas libererebbe tutti gli ostaggi catturati durante i raid del 7 ottobre. In cambio, Israele ritirerebbe le sue forze da Gaza e rilascerebbe diversi prigionieri palestinesi. Hamas ha però accusato Israele di aver aggiunto nuove richieste, tra cui il mantenimento di una presenza militare lungo il confine tra Gaza e l’Egitto per prevenire il traffico di armi nell’enclave. Israele, dal canto suo, ha respinto le accuse di Hamas, affermando che non si tratta di nuove richieste, ma di chiarimenti su proposte già fatte in precedenza.