L’amministrazione Biden ha accelerato il processo di naturalizzazione dei cittadini statunitensi a un ritmo senza precedenti, cercando di sbrigare gran parte dell’arretrato accumulatosi durante la presidenza Trump e la pandemia. In tutto il Paese, dai tribunali e i centri congressi agli stadi, migliaia di immigrati hanno ottenuto negli ultimi giorni la cittadinanza USA – giusto in tempo per le elezioni presidenziali di quest’autunno.
Sono complessivamente circa 3,3 milioni gli immigrati che hanno ottenuto la cittadinanza sotto l’amministrazione Biden. Molti di loro avevano già un permesso di soggiorno permanente, noto ai più come “carta verde”, che dà diritto alla cittadinanza dopo cinque anni di status, o tre anni se sposati con un cittadino statunitense. Ma le pratiche avevano subito un significativo rallentamento a causa dei controlli aggiuntivi decisi dall’amministrazione Trump.
Il numero esatto di nuovi elettori che risiedono negli Stati chiave – dove la distanza tra Donald Trump e Kamala Harris è risicatissima – rimane incerto, ma è evidente che regioni cruciali come Georgia, Arizona, Nevada e Pennsylvania stanno registrando un incremento significativo di cittadini naturalizzati – tradizionalmente inclini a votare per i democratici.
Xiao Wang, CEO di Boundless, ha osservato: “L’efficienza aumentata nella naturalizzazione non riguarda solo la gestione dell’arretrato; potrebbe ridefinire l’elettorato pochi mesi prima di un’elezione cruciale.”
Non a caso, al termine delle cerimonie di naturalizzazione, i nuovi cittadini sono stati invitati a registrarsi per votare. Molti di loro, però, non lo faranno: la percentuale di registrazione dei naturalizzati è molto inferiore rispetto ai cittadini USA per nascita.