Tempi duri per “The Squad”, il gruppo più a sinistra dei dem. Domani si vota per le primarie in Minnesota per un seggio alla Camera dei Rappresentanti, attualmente detenuto dalla deputata Ilhan Omar, la parlamentare con l’hijab, che con altri quattro deputati rappresenta la posizione più estremista del partito.
Nel corso di queste primarie, due degli altri membri della “Squad”, Cori Bush in Minnesota e Jamaal Bowman di New York, sono stati bocciati. Altri parlamentari del gruppo, Ayanna Pressley del Massachusetts, così come Rashida Tkaib in Minnesota, non hanno avuto sfidanti, mentre Alexandra Ocasio Cortez di New York, che ultimamente ha addolcito le sue posizioni, alle elezioni di giugno ha avuto un voto plebiscitario nel suo distretto del Bronx-Queens con l’82% delle preferenze.
La storia personale di Ilhan Omar nella bizzarra composizione del Congresso è piuttosto unica. Nata a Mogadiscio, figlia di un colonnello dell’esercito di Siad Barre, ha perso la madre quando aveva due anni. Durante la guerra civile in Somalia, la famiglia fuggì in Kenya e per due anni è cresciuta nel gigantesco campo profughi di Daadab gestito dalle Nazioni Unite, prima di poter entrare negli Stati Uniti. Inizialmente la famiglia si stabilì in Virginia, poi a Minneapolis, in MInnesota. Eletta per la prima volta alla Camera nel 2016 è stata riconfermata per tre mandati. Molto critica nei confronti dell’amministrazione Biden per il sostegno a Israele nella guerra contro Hamas, al contrario dei suoi compagni di partito, non è stata bersagliata dalla pubblicità negativa sponsorizzata da United Democracy Project, un super PAC affiliato all’American Israel Public Affairs Committee.

I sondaggi la danno avanti di una decina di punti su Don Samuels. Secondo molti osservatori politici Omar è più preparata e più finanziata, in queste elezioni dove è stata nuovamente sfidata dal candidato che lei ha già battuto nel 2022. Ma in Minnesota le primarie sono “open”, il che significa che non bisogna essere registrati con il partito per votare. Un fatto che impensierisce la campagna elettorale di Omar che teme che i repubblicani si associno al candidato democratico che l’ha sfidata per bocciarla.
Samuels da mesi accusa la sua rivale di aver “regalato” 3 milioni di dollari al marito, che è un consulente elettorale, senza che ci sia stata una vera e propria campagna. Nel corso di una intervista a una radio locale, Samuels ha detto che Omar è “una pedina di Hamas al Congresso”. Accusa che ha coalizzato i parlamentari musulmani e la numerosa comunità islamica del Minnesota, che già alle primarie presidenziali vide il voto di protesta del 18% dei democratici che nella scheda elettorale scrissero “uncommitted”, invece di mettere il nome del presidente proprio per il sostegno degli Stati Uniti alla politica di Israele.
Dopo lo scoppio della guerra a Gaza, i democratici della Camera si sono ritrovati dilaniati sulla questione di Israele. Samuels afferma che Omar ha una gran parte della responsibilità di questa situazione per le sue posizioni estreme.
Omar è soprattutto il bersaglio preferito dei repubblicani. Nel 2019 è stata costretta a scusarsi per aver detto che l’AIPAC e gli ebrei stanno cercando di comprare l’influenza politica del Paese. Quest’anno poi durante le manifestazioni nelle università americane per le uccisioni dei civili a Gaza ha dichiarato che alcuni studenti ebrei sono “pro-genocidio dei palestinesi”.
.@Ilhan Omar is encouraging violence against Jewish students.
I won’t let it stand. pic.twitter.com/eIHwv6E3rE
— Tom Emmer (@GOPMajorityWhip) April 30, 2024
A gennaio, il capogruppo repubblicano della Camera Tom Emmer aveva chiesto un’indagine etica dopo che Omar in un comizio tra i suoi sostenitori aveva esordito affermando “la Somalia prima di tutto”.
Domani si vota anche per le primarie del Senato, la democratica in carica Amy Klobuchar è ben posizionata per ottenere la nomination del suo partito. Affronta quattro sfidanti, ma nessuno ha raccolto fondi per la campagna, secondo la Federal Elections Commission. Klobuchar ha raccolto quasi 20 milioni di dollari
In campo repubblicano ci sono otto candidati che la sfidano. Il principale è Royce White, un ex giocatore NBA alleato del teorico delle cospirazioni Alex Jones e di Steve Bannon.