A distanza di settimane dall’arrivo del contingente di sicurezza internazionale proveniente dal Kenya e sostenuto dalle Nazioni Unite, le gang a Haiti non sembrano mostrare segni di resa.
I membri delle bande si sono riorganizzati e hanno rifocalizzato i loro attacchi verso le periferie, piuttosto che nella capitale Port-au-Prince, saccheggiando e deturpando i paesini che erano sfuggiti alla loro campagna di rapimenti, stupri e omicidi.
I primi due contingenti di polizia kenyota, arrivati nella nazione caraibica come parte della forza multinazionale, non sembrano avere sufficienti strumenti per contrastare i criminali che controllano ormai da mesi il territorio; sono equipaggiati esclusivamente di veicoli corazzati.
L’arrivo dei 400 agenti doveva implementare le forze di polizia locali assediate, ma, al momento, pare che i kenyoti non si stiano allontanando molto dalla loro base, situata presso l’aeroporto internazionale di Port-au-Prince, riaperto ai voli commerciali di recente dopo la chiusura dello scorso maggio.
Il comandante della missione kenyota, Godfrey Otunge, ha sottolineato che i suoi uomini “stanno aiutando a realizzare un graduale ritorno alla normalità”.
Di recente, il militare aveva rivendicato di aver contribuito a pattugliare e sgombrare la strada per Ganthier, una cittadina di 60.000 abitanti a circa 25 miglia a Est della capitale, che era stata attaccata dalle bande che la usavano come avamposto per il contrabbando di armi. Dichiarazioni che erano state smentite dal sindaco della località, Jean Vilonor Victor, che aveva raccontato che le forze di sicurezza se ne erano andate subito dopo l’arrivo delle gang.
In questo scenario piuttosto complesso si inserisce anche un’inchiesta da parte di un’agenzia governativa anti-corruzione su tre membri del Consiglio presidenziale di transizione, un organo di governo entrato in carica alla fine di aprile con il compito di spianare la strada alle elezioni nazionali. I politici indagati avrebbero favorito l’assegnazione di posti di lavoro governativi a componenti della stessa coalizione.
La polizia locale ha contribuito a ridurre notevolmente la violenza negli ultimi mesi. Secondo un report delle Nazioni Unite, da marzo a giugno, in tutto il Paese, ci sarebbe stato un calo della delinquenza del 45% rispetto ai quadrimestre precedente.
Nell’ultimo anno, almeno 578.000 persone sono state sfollate a causa dell’ondata di criminalità e circa cinque milioni di persone, quasi la metà della popolazione, sono rimaste sprovviste di cibo. Inoltre, secondo i dati UNICEF, un quarto delle scuole nell’area metropolitana di Port-au-Prince non potrà essere riaperta a causa della mancata sicurezza. Anche la situazione sanitaria nella capitale rimane disastrosa, la maggior parte degli ospedali è ancora chiuso dopo essere stato saccheggiato.
Gli Stati Uniti per aiutare Haiti hanno già preventivato 360 milioni di dollari, 600 mila dei quali destinati al costo annuale del dispiegamento. L’autorizzazione delle Nazioni Unite alla missione però scadrà a ottobre e per estenderla di un ulteriore anno gli americani dovranno assicurarsi il sostegno di Cina e Russia.