La piattaforma X di Elon Musk ha citato in giudizio, martedì, un’alleanza pubblicitaria globale e diverse grandi aziende, tra cui Mars e CVS Health, accusandole di aver cospirato illegalmente, per boicottare il social network e per avergli fatto perdere entrate importanti.
Musk e soci, in particolare, hanno intentato una causa presso un tribunale federale del Texas contro la World Federation of Advertisers, Unilever e la società danese di energia rinnovabile Orsted, oltre alle due citate in precedenza. Secondo i querelanti, gli inserzionisti, agendo attraverso un’iniziativa della World Federation of Advertisers chiamata Global Alliance for Responsible Media, hanno trattenuto collettivamente “miliardi di dollari di entrate pubblicitarie” da X.
Secondo i vertici del social, le società hanno agito contro i propri interessi economici in quella che è stata ritenuta una cospirazione contro la piattaforma, che ha violato la legge antitrust degli Stati Uniti. In una dichiarazione rilasciata martedì, l’amministratore delegato di X, Linda Yaccarino, ha affermato che “le persone vengono danneggiate quando il mercato delle idee viene ristretto. Nessun piccolo gruppo di dovrebbe monopolizzare ciò che viene monetizzato”.
Le entrate pubblicitarie di X sono crollate per mesi dopo che Musk ha acquistato la società nel 2022. Alcuni inserzionisti si sono dimostrati diffidenti nei confronti del miliardario di Pretoria, temendo che i loro marchi apparissero accanto a contenuti dannosi che, sotto i precedenti proprietari del social network, avrebbero potuto essere rimossi.
Christine Bartholomew, esperta di antitrust e docente presso la facoltà di legge dell’Università di Buffalo, ha dichiarato a Reuters la causa deve dimostrare che c’è stato un effettivo accordo di boicottaggio da parte di ciascun inserzionista. “Dimostrare questo requisito non è un ostacolo da poco”, ha aggiunto.
Anche se X dovesse vincere in tribunale, Musk e soci non potranno certo obbligare gli inserzionisti a destinare le loro entrate pubblicitarie alla piattaforma. Nella loro causa, i vertici dell’ex Twitter hanno dichiarato di aver applicato standard di sicurezza del marchio paragonabili a quelli dei concorrenti, che “soddisfano o superano” le misure specificate dalla Global Alliance for Responsible Media.
X chiede un risarcimento danni non specificato e un’ordinanza del tribunale contro qualsiasi tentativo di cospirazione per trattenere gli introiti pubblicitari.
Il caso è stato depositato nel Distretto settentrionale del Texas, divenuto nel tempo una meta “ambita” dai i conservatori che tentano di bloccare le politiche dell’amministrazione Biden.